lunedì 18 gennaio 2010

Sinodo sulla donna – Una lettera dalle Filippine

Carissimo Fabio
Ci domandiamo perché  ci mettiamo così tanto, noi Chiesa Popolo di Dio di oggi, a riconoscere la partecipazione della donna nella Chiesa. Mi riferisco alla donna sia consacrata a che laica. Eppure nel Battessimo tutti/e abbiamo ricevuto il sacerdozio comune.
Credo che con la tua provocazione hai aperto non una finestra né una porta alla donna nella Chiesa, ma hai sfidato la Chiesa gerarchica ad abbattere un "muro" di divisione, non ti sembra?
Prova a togliere dalla tua famiglia e dalla tua vita "le donne". Provi a togliere la donna dalle istituzioni... Puoi immaginare quanto saranno impoverite, se continueranno ad esistere. Lo stesso faccio io pensando se dovesse togliere l'uomo...
Questo prova che Dio ha davvero creato le persone per la reciprocità, e per l'arricchimento reciproco a tutti i livelli, poiché ogni genere ha la sua ricchezza peculiare da offrire all'altro... Perché solo nella Chiesa si ha paura di riconoscere questo? Non penso che sia solo problema del sacramento dell'ordine.
Ci sono posti come qui nelle Filippine, dove pur essendo una cultura matriarcale, la donna non può nemmeno essere ministro dell'Eucaristia. Non so quali leggi regolano questa pratica. Si fa a volte una eccezione per le religiose che, però, sono spesso private del servizio di lettore riservato ai laici.
Mi chiedo spesso perché si costruiscono nuovi muri invece di abbattere gli esistenti.
Auguro che la tua "provocazione" sia presa a serio da molti e magari anche dalla Chiesa gerarchica. (Lettera firmata)

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