giovedì 4 febbraio 2010

Un’economia animata dall’amore e fatta dai piccoli / 12


Musiche e danze hanno concluso la serata di ieri. Si sono susseguiti gruppi folkloristici, provenienti anche dalle tribù delle montagne.
Suggestivo lo scenario: il tempio Wat Phra That Sri Chomthong illuminato, risplendente di riflessi d'oro e d'argento, la luna, la brezza fresca della notte che suonava le campanelle del tempio in un tintinnante sottofondo. Sedevo sulla stuoia, le gambe incrociate, allineato con tanti monacelli che si passavano il mio crocifisso, orgogliosi che fossi con loro.
Questo ultimo giorno di simposio pone a tema la crisi finanziaria e lo squilibrio economico. La prima sessione è affidata al Buddhismo Theravada. La parola a Preeyanoot Surinkaew, la nostra focolarina buddhista Metta, che fra l'altro ha lavorato tantissimo per la preparazione di questo convegno, coinvolgendo anche alcune sue amiche. Vorrebbe di portarmi a vedere il suo tempio e a conoscere il suo maestro, ma purtroppo non abbiamo il tempio.
Prende poi la parola Phrakhru Phiphitsuthathorn, il monaco che ha in mano l'organizzazione di tutto il convegno. Il suo nome, Phiphitsuthathorn, significa: colui che avendo imparato tutto può insegnare; di conseguenza è Phrakhru: monaco maestro del tempio. È perennemente sorridente, un Buddha vivente. Mi chiama sempre per nome: Fa-Bi-Ò. Dalla esposizione di ambedue così come dagli interventi in sala emerge l'importanza delle micro realizzazioni in atto tra i poveri e di tenere sempre alta l'idealità che ci guida nel vivere anche la realtà economica ("Cercare prima di tutto il Regno dei cieli", diremmo noi cristiani). Seconda parte della mattina: la prospettiva del Buddhismo Mahayana viene esposta da Munehiro Niwano e da Nissho Takeuchi del Giappone.
Subito dopo pranzo ho chiesto alla giovane monaca responsabile della cucina di portami a vedere le cucine. Ieri sera una ragazza che lavora in cucina era venuta a trovarmi in sala per dirmi che avevano preparato gli spaghetti per noi e per chiedere la mia benedizione (ho cercato invano gli spaghetti, poi ho trovato qualcosa che poteva avere una certa somiglianza…). Nelle cucine monache e donne che vengono, anche da lontano, per alcuni periodi di ritiro e meditazione. Invece di essere noi a ringraziare loro sono loro che ringraziano noi perché permettiamo loro di amare, di servire, di acquistare meriti…
A un giovane monaco ho poi chiesto di accompagnarmi a visitare i due monasteri, quello maschile e quello femminile, e di raccontarmi della vita dei monaci. Penso che potrà venirne fuori un articolo per "Missioni OMI".
Nel pomeriggio presentazione dell'economia di comunione da parte di Benedetto Gui, mentre Teresa Ganson (Filippine), ha raccontato della banche rurali e di tanti progetti concreti di minicredito. Nella seconda sessione comunione e conclusioni. Luce ardente canta in thai e poi invita noi a cantare in inglese e in italiano "Semina la pace". P. Angelo del PIME, esclama: Noi abbiamo Francesco giullare di Dio, ora abbiamo anche un giullare di Buddha! Dona la sua esperienza anche un giovane italiano di origine cattolica venuto in Thailandia per imparare la meditazione, ha visitato vari monasteri e finalmente qui ha trovato, e ora segue l'insegnamento di Ajahrn Thong. Interviene anche mons. Adrew Thanya-anan Vissano, del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, primo e unico thai in Vaticano… Mi torna in mente la mia esperienza di 10 anni fa in qui Thailandia e che ritrovo in computer (clicca qui). E penso soprattutto a quando sono venuto per la prima volta 20 anni fa: non conoscevo nessuno, i monaci li vedevo da lontano, come persone misteriose, irraggiungibili… Ora, dopo tutti questi anni di incontri, siamo amici. "Siamo una famiglia, conclude Cristina, che in questi giorni cresciuta e ha approfondito i rapporti. Questo ci darà la forza per affrontare tutti i problemi dell'umanità". L'ultima parola ad Ajahrn Thong che dà ad ognuno dei partecipanti un regalo: il rosario con i centoventotto grani – le virtù –, un piccolo braccialetto in segno di amicizia e cinque libri sulla meditazione Vipassana. Passiamo davanti a lui ad uno ad uno, ricevendo la sua benedizione.
Anche questa sera meditazione Vipassana, col risultato di membra indolenzite… Dopo cena, a conclusioni terminate, quasi un supplemento presentazione del monachesimo cristiano e buddhista, attraverso l'esperienza mia (clicca per italiano o per inglese) e della monaca cinese Bhiksuni Shih Manho.
La conclusione dell'incontro può essere forse raccolta nelle parole pronunciare ieri da Luce ardente: "Chiara non mi ha mai chiesto di convertirmi al cristianesimo. Mi ha chiesto che cosa è il buddhismo, lo voleva conoscere e poi mi ha semplicemente detto che insieme possiamo aiutarci ad amare Dio meglio, lei da cristiana e io da buddhista".

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