domenica 16 maggio 2010

E' bello essere Chiesa

Stamattina festa in piazza san Pietro intorno a Benedetto XVI. Qualcosa sta cambiando! Effetto Portogallo? Lì, come oggi in piazza san Pietro, è apparsa una Chiesa fatta di popolo, visibile nelle masse che hanno fatto straripare piazze come il Terreiro do Paço a Lisbona, l’Avenida dos Aliados a Porto, la spianata a Fatima; una Chiesa che ha mostrato “l’entusiasmo dei bambini e dei giovani, la fedele adesione dei presbiteri, dei diaconi e dei religiosi, la dedizione pastorale dei Vescovi, la voglia di ricercare la verità e la bellezza evidente nel mondo della cultura…, il vibrare della fede dei fedeli”. Negli operatori di pastorale sociale la Chiesa – continuo a citare dai discorsi del Papa – si mostra capace di “compassione verso i poveri, i malati, i detenuti, quelli che vivono da soli e abbandonati, le persone disabili, i bambini e i vecchi, i migranti, i disoccupati e quanti patiscono bisogni che ne turbano la dignità di persone libere”; una Chiesa che, grazie ai movimenti e le nuove comunità ecclesiali, sa “svegliare nei giovani e negli adulti la gioia di essere cristiani, di vivere nella Chiesa, che è il Corpo vivo di Cristo”, comunicare “in modo persuasivo” la radicalità del Vangelo e il contenuto oggettivo della fede.
Abbiamo riscoperto una Chiesa che sa proporre valori positivi e scelte di vita autentiche e coraggiose, che può presentarsi con competenza davanti al mondo della cultura, senza paura della “dialettica tra secolarismo e fede”, anzi riconoscendovi “una chance per integrare fede e razionalità moderna in un’unica visione antropologica”. Una Chiesa che si fa dialogo, convinta che “il dialogo senza ambiguità e rispettoso delle parti in esso coinvolte è oggi una priorità nel mondo, alla quale la Chiesa non intende sottrarsi”; una Chiesa che non solo accetta “l’esistenza della cultura dell’altro”, ma “aspiri anche a venire arricchita da essa e ad offrirle ciò che possiede di bene, di vero e di bello”.
Una Chiesa che vince la tentazione di ripiegarsi su se stessa, che ritrova la sua vocazione “essere missionaria nel movimento diffusivo dello Spirito”, continuando ad avvertire “con chiarezza l’importanza di comunicare la Buona Novella di Gesù a quanti non lo conoscevano ancora”. Una Chiesa che prende coscienza che “il campo della missione ad gentes si presenta oggi notevolmente ampliato e non definibile soltanto in base a considerazioni geografiche; in effetti ci attendono non soltanto i popoli non cristiani e le terre lontane, ma anche gli ambiti socio-culturali e soprattutto i cuori che sono i veri destinatari dell’azione missionaria del popolo di Dio”.
Dobbiamo ricordarci sempre che la Chiesa è peccatrice ( “le sofferenze della Chiesa – ci ha detto Benedetto XVI in questo viaggio – vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa”). Ma non possiamo dimenticare che è anche santa.

2 commenti:

  1. La Chiesa non è peccatrice. La nostra Chiesa è santa, è bella, è l'ultima giustizia del mondo.
    Sono sempre orgoglioso di essere cattolico.
    Viva il Papa!!!

    una laica coreana

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  2. La Chiesa non è peccatrice. La nostra Chiesa è santa, è bella, è l'ultima giustizia del mondo.
    Sono sempre orgoglioso di essere cattolico.
    Viva il Papa!!

    una laica coreana

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