domenica 30 maggio 2010

La predica sulla Santissima Trinità

Arrivato al villaggio il vescovo rimase sorpreso che la gente non capisse il francese, dopo tutto il Congo era stato per anni e anni sotto la dominazione belga. Il catechista lo assicurò che lui poteva tradurre benissimo in kikongo.
Festa della Santissima Trinità. La chiesa del villaggio è gremita all’inverosimile. Subito dopo la lettura del Vangelo il vescovo inizia la sua omelia.
- Oggi celebriamo il più grande mistero della nostra fede, Dio Uno e Trino.
Il catechista inizia la sua traduzione:
- Il vescovo dice che è contento di trovarsi in mezzo a voi e dell’accoglienza festosa che gli avete riservato.
- Una la sostanza, tre le ipostasi.
- Il vescovo vi domanda se quest’anno il raccolto è stato buono e se le vacche sono sane.
La gente comincia a sorridere, contenta del paterno interessamento del vescovo.
Il vescovo, vedendo tanto rispondenza, pensa siano avidi di teologia e, rincuorato da tanta attenzione, affonda nel mistero:
- La pericoresis, come spiegano i Padre greci, o la circumincessio, secondo il linguaggio dei Maestri latini, spiegano le mutue relazioni esistenti tra le tre divine Persone.
- Il vescovo spera che ci sia armonia nelle vostre famiglia, pace nel villaggio, collaborazione sincera con i villaggi vicini.
La gente non riesce più a contenere la gioia, le donne alzano i caratteristici gridolini, i giovani battono le mani, gli anziani annuiscono ostentatamente.
Il vescovo continua con un entusiasmo che non lo animava da anni. Come è attenta e vivace questa assemblea, come diversa da quella annoiata della sua cattedrale in Europa.
E con quanta pacatezza, rigore di termini ed esattezza il catechista traduce il difficile linguaggio teologico. Il vescovo non aveva immaginato che il kikongo fosse così adatto ad esprimere le profondità del mistero trinitario.
Quando il catechista si accorge che il sermone sta volgendo al termine conclude anche lui:
- Il vescovo si interessa tanto a voi perché con la sua stessa presenza vuole farci capire che Dio è Amore, e che come un Padre si interesse a voi come a figli suoi. Dio, dice il vescovo, è tanto ricco d’amore che tutta la sua vita è una comunione d’amore tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Il vescovo ci invita a vivere anche noi come Dio, e ad avere tra di noi lo stesso amore gli uni verso gli altri, in famiglia, nel villaggio, con i villaggi vicini.
La gente si alza in piedi e all’unisono scoppia in grida di gioia, dando inizio ad un interminabile canto di Alleluia, Amen, con l'accompagnamento delle percussioni. Non avevano mai sentito una predica così bella e profonda.
Il vescovo si asciuga la fronte e rispose alla festa allargando le braccia in segno di benedizione. Non aveva mai pronunciato una predica così bella e profonda.

1 commento:

  1. che dire?... Bravo al catechista, giustamente abile nell' "inculturazione"? Di sicuro, il vescovo avrebbe avuto bisogno di qualcosa: un aggiornamento sulla situazione linguistica in Africa, dove moltissime nazioni stanno "abiurando" sempre più le antiche lingue dei colonizzatori (come dar loro torto?) ; un aggiornamento sulla lingua parlata dal suo popolo ... almeno conoscerne qualche parola!
    Resta il fatto che l'esperienza di s. Agostino rimane fondamentale per chi voglia conoscere di più, teologicamente, sulla Trinità: voler "esaurire" l'argomento è come pretendere di mettere tutto il mare in una buca! Però non è poi così difficile parlarne in termini semplici, se non si vanno a cercare troppe sottigliezze: il catechista aveva proprio ragione!

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