venerdì 30 luglio 2010

Un saluto da Padre Novo e dai monaci di Praglia

In viaggio verso la Slovenia mi sono fermato a Saccolongo, per incontrare padre Novo. Ai piedi dei Colli Euganei, la casa per i Francescani anziani e ammalati e un piccolo gioiello. Una quarantina i frati presenti, di cui 25 non autosufficienti. Ben assistiti da infermieri e medici, godono di un bel parco e soprattutto dello sguardo premuroso del… guardiano (non per niente san Francesco ha voluto che così si chiamasse il superiore), nel caso p. Camillo! Accanto una casa per ragazze madri e altre per disabili: un vero complesso della carità.

Novo, lì come lo scorso anno per trascorrere il periodo estivo, è stato contento di vedermi. Abbiamo pranzato insieme e dopo pranzo ci siamo seduti un po’ nel parco, accompagnati da p. Rossi, che stava a Cipro, e da p. Dario istriano, anche loro ormai a riposo in quella casa. Tutti e tre con il proprio moderno deambulatore. Novo aspetta di tornare a Roma perché… lì sono tutti anziani e poi il suo mondo è un altro! Saluta tutti e vive per tutti noi.

Non potevo poi non fare una visitina alla celeberrima abbazia benedettina di Praglia, a pochi chilometri di distanza. Presenti dal XII secolo, i monaci sono attualmente 45. L’abbazia è vivissima sia per la presenza di giovani monaci, sia per l’intensa attività culturale e pastorale. Il monaco che mi ha guidato nella visita ai quattro chiostri, alle biblioteche, alla sala capitolare, mi ha fatto notare che nella planimetria del monastero il coro è al centro, a indicare il primato della preghiera e dell’unione con Dio.

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