giovedì 15 luglio 2010

Viaggio in Brasile / 11 – Londrina

14 luglio - Oggi sono nello stato del Paranà, a Londrina, la piccola Londra fondata dagli Inglesi. Sono atterrato la mattina presto. Dall’alto, nelle prime luce dell’alba, si vede un paesaggio verdissimo. La città, con i suoi mezzo milione di abitanti, si disegna a ciuffi di grattacieli coloratissimi che spuntano tra parchi e boschi. Mi accoglie un bel gruppetto di persone del Focolare, p. Severino Crimella del PIME e le suore Missionarie di sant’Antonio Maria Claret. Sono queste che hanno il primo diritto di prelazione. Mi portano là dove è iniziato l’Istituto, una volta fuori città, tra i boschi. Oggi il luogo è attorniato dai grattacieli, ma i parchi rimangono sterminati. Qui, a sud, l’inverno si sente, fa freddo, ma gli alberi, con i fiori dai colori intensi, sembrano non sentirlo ed è una primavera.
Visito la casa dove ha vissuto Madre Leonia, oggi trasformata in museo, il santuarietto dove lei riposa e dove l’adorazione eucaristica è permanente, la casa generale, gli asili per i bambini, le case di riposo per gli anziani, la chiesa parrocchiale con ambienti ricchi di sale e saloni…

Nel pomeriggio il parroco, Joel, che ho conosciuto a Roma, mi porta a visitare la città, il seminario, la cattedrale del cofondatore, e altre opere di Madre Leonia. Mi hanno colpito soprattutto le casette per accogliere le persone che vengono curate nell’ospedale per i tumori; persone che vengono da lontano, povere, che non avrebbero dove stare. Le suore vivono con loro, le aiutano, preparano i pasti… Un altro carisma, dopo quelli che ho visto in questi giorni brasiliani, un’altra opera di Dio che canta la sua gloria. Ci sono mille particolari che parlano di una straordinaria santità ordinaria.
Lasciamo la città, tutta un giardino, è ci inoltriamo sulle colline attorno, fino alla casa di ritiro dei Carmelitani, per salutare il vescovo che sta predicando gli esercizi ai missionari Saveriani. È l’occasione per vedere un altro volto della di Londrina, quello delle favelas, con la gente sbandata, e quelle delle piccole case popolari del governo di Lula. Vedo delle suore indiane in mezzo alla gente… dove non arriva la presenza della carità.

Infine una bellissima serata, in una delle sale della parrocchia, con le focolarine e la comunità del Movimento, un centinaio di persone, alcune venute anche da molto lontano. Che famiglia grande ho, e come è ben radicata in ogni parte del mondo: ovunque vado sono sempre a casa.

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