giovedì 16 settembre 2010

Navigatore “satellitare” o “celeste”?


Nel mio recente viaggio in Brasile, per la prima volta, attraversando la grande città di San Paolo, ero guidato dal navigatore satellitare che, con voce stentorea, mi diceva tra quanti metri avrei dovuto girare a sinistra, a destra, se dovevo proseguire dritto e così via. Il traffico era così caotico e veloce che non sempre riuscivo a rispondere con prontezza ai comandi del navigatore il quale, imperterrito, operava immediatamente una variante per riportarmi sulla giusta direzione. Quel che mi ha colpito è che… non si stancava mai di correggermi. Al suo posto io a un certo momento avrei detto: “Ma va dove ti pare!”. Lui invece no.
Me lo sono ricordato questa mattina al funerale dell’ultima zia che mi era rimasta. La vita è davvero un viaggio, e come ogni viaggio che si rispetta ha una meta. Come in partenza si dice al navigatore dove si vuole arrivare e lui programma l’itinerario, così anche noi abbiamo una direzione certa: il paradiso! Quante feste in una famiglia: la nascita dei bambini, il battesimo, la prima comunione, la cresima, la laurea, il matrimonio… La settimana scorsa ho partecipato proprio a una laurea e a un matrimonio. Ma sono tutte tappe per arrivare alla meta. Oggi una festa ancora, l’ultima, quella più bella: finalmente si spalancano le porte del cielo ed eccoci finalmente arrivati.
La strada? “Io sono la via”, ci ha detto Gesù, che già è andato a prepararci il posto! Non soltanto egli è la via, ma anche il “navigatore”: vai di qua, vai di là… Ed è proprio come quello che avevo in Brasile: non si stanca mai, ogni volta che deviamo, di trovare una variante che ci riporta nella direzione giusta. Che bello avere un navigatore “celeste”!

2 commenti:

  1. Una parabola per il 21° secolo! Grazie per questa semplice ma efficace riflessione... da uno che lavoro proprio nel mondo della cartografia :)

    Giovanni

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  2. Bellissimo! perchè profondamente vero.
    Grazie.
    m.a.

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