venerdì 1 aprile 2011

Stupire Dio

Sacrofano, sulle colline assolate attorno a Roma. In lontananza la cupola di son Pietro. Un grande complesso con numerosi edifici moderno disseminati nel parco. Questa la cornice della Mariapoli, un’esperienza che d’anno in anno si rinnova e alla quale questa volta anch’io posso finalmente partecipare.

Mi chiedono di parlare del disegno di Dio sull’umanità. Inizio con: Stupire Dio.

È eccitante, per me professore, il momento degli esami. Posso finalmente conoscere un po’ meglio gli studenti. Esamino con cura il libretto per vedere la provenienza (dai Paesi i più inimmaginabili), la data di nascita, i risultati ottenuti nelle altre materie… Poi comincio col chiedere qualcosa sulla loro presenza a Roma, sui motivi per la scelta della facoltà…
Segue l’esame, che in genere ha tre sbocchi: primo (per fortuna raramente), lo studente mostra di non aver studiato – per me è una delusione e mi attengo ai voti bassi; secondo, ha studiato benissimo e mi ripete esattamente tutto quanto ho spiegato a lezione – noioso da morire, ma si merita un 30; terzo, partendo da quello che ho spiegato mi offre una sua sintesi personale aprendo nuove prospettive – mi lascia stupido e contento, si merita la lode.

Penso sarà così anche all’esame finale. Sarò io lo studente. La materia d’esame (il “professore” ce l’ha già anticipata), sarà sull’amore: se avremo amato, ossia se avremo fatto la volontà di Dio, perché la volontà di Dio consiste nell’amare, visto che Dio è Amore. Anche qui tre sbocchi. Primo: non ho fatto la volontà di Dio – che delusione per Dio, merito la bocciatura (dio non voglia), o almeno un voto basso. Secondo: ho fatto la volontà di Dio ligio al dovere – Lui, ascoltandoci si annoierà da morire. È avvenuto proprio come quel servo a cui fu dato un talento; scrupoloso e meticoloso l’ha custodito proprio bene, senza un minimo di iniziativa; ce l’ho fatta, sono salvo! Terzo: ce l’ho messa tutta per far fruttare al meglio i talenti ricevuti; la lezione l’ho imparata ma, partendo da lì sono stato creativo e ho sviluppato una vita ricca e bella – Lui rimane sorpreso, incantato e mi dirà “Ma come hai fatto? Non pensavo venisse fuori una realizzazione così straordinaria. Mi hai stupito! Entra nel gaudio del tuo Signore!”

A volte ci si immagina la volontà di Dio come una imposizione: purtroppo bisogna fare così, perché Dio me lo chiede, ma se dipendesse da me…
Invece la volontà di Dio è un imput che Dio mette dentro ed ho tutta la libertà per svilupparlo, arricchirlo, lanciandomi nell’avventura della vita. Mi ha dato dei talenti, a me trafficarli.
Posso stupirlo negativamente e fargli dire: “Ma come, ti avevo offerto tante possibilità e non hai saputo sfruttarne nessuna”.
Posso stupirlo positivamente e fargli dire: “Che gioia mi dai nel vedere che della tua vita hai fatto un capolavoro!”
All’esame, vorrei stupirlo positivamente, fargli una stupefacente sorpresa.

1 commento:

  1. Mi stai facendo vivere una Quaresima tutta umana e tutta divina. Luigi Vitulano

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