lunedì 16 maggio 2011

La Pasqua di sant'Eugenio e i suoi amori - la Chiesa

L’amore per la famiglia e gli amici, per il Signore. Con l’amore per Cristo Gesù l’amore per la Chiesa: «Come è possibile separare il nostro amore per Gesù Cristo da quello per la sua Chiesa? – scriveva sant’Eugenio un anno prima della morte – Questi due amori si confondono: amare la Chiesa è amare Gesù Cristo e viceversa».
«La Chiesa – gridava già ai compagni di seminario – stremata chiama a gran voce i suoi figli perché l’aiutino nella sua desolazione. Nessuno le risponde? No, no Madre dolce e cara! Non tutti i figli si allontanano nel giorno della tua afflizione... un piccolo numero si presenta attorno a te per asciugare le lacrime che l’ingratitudine degli uomini ti fa versare nell’amarezza del tuo dolore...».
Pio VII fatto prigioniero
Erano tempi duri per la Chiesa, così come lo erano stati quelli della Rivoluzione. Napoleone aveva imprigionato papa e cardinali conducendoli prigionieri in Francia. Si minacciava uno scisma e persecuzioni… Eugenio risponde al grido della Chiesa con un amore che si traduce nella dedizione di tutta la vita a lei, Sposa di Cristo, pronto al martirio.
«Entrai nel seminario di S. Sulpizio col desiderio, meglio, con la precisa determinazione di dedicarmi nel modo più completo al servizio della Chiesa nell’esercizio del ministero più utile alle anime, alla cui salvezza desideravo ardentemente consacrarmi... L’abbandono in cui la vedevo era stato una delle cause determinanti per la mia entrata nello stato ecclesiastico…». «Mi sono consacrato al servizio della Chiesa perché era perseguitata, perché era abbandonata»; «Chiedevo di servire la Chiesa nel momento in cui le veniva offerto il patibolo».
Hai amato la mia Chiesa, Eugenio. Vieni, benedetto dal Padre mio, ricevi in eredità il regno preparato per te fin dalla creazione del mondo.

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