mercoledì 25 maggio 2011

Le favole dei Fratelli Grimm e la mia

“Ora avvenne un giorno che la palla d'oro della principessa cadde a terra e rotolò proprio nell'acqua…  E mentre così piangeva, qualcuno le gridò: - Che hai, principessa? Tu piangi da far pietà ai sassi. Ella si guardò intorno, per vedere donde venisse la voce, e vide un ranocchio, che sporgeva dall'acqua la grossa testa deforme…”
Attorno al lago, sdraiata sull’erba, una bambina (di bronzo) legge le fiabe dei Fratelli Grimm e ne vede apparire i personaggi (sempre di bronzo) tutto attorno al lago: La principessa e il ranocchio, appunto, il gatto con gli stivali… Puoi passeggiare attorno al lago di Hünfeld e vedere raccontare le fiabe…
Anch’io questi giorni sto raccontando una bellissima fiaba ai provinciali oblati d’Europa… una favola vera, che ebbe inizio tanti anni ad Aix-en-Provence. Narra di un principe… no, di un conte, che da giovane, ambizioso com’era, si faceva chiamare “Sua Eccellenza il contino Carlo Giuseppe Eugenio de Mazenod”. Poi un giorno… Ma devo raccontarvela a voce.
Il tema delle mie conversazioni con i provinciali ha come titolo “Torniamo ad Aix” ed è incentrato sui primi giorni di quella stupenda “favola”. Narro soprattutto di un “accordo” (= mettere insieme i cuori) tra sant’Eugenio e i primi compagni, un patto d’amore reciproco in vista di una “santificazione comune”. I miei ascoltatori vengono dall’Ucraina, del Belgio, dall’Irlanda, dalla Spagna… e mi ascoltano incantati come fanno i bambini quando narri loro una favola…

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