giovedì 26 maggio 2011

Nelle stanzette di san Filippo Neri

Oggi è la festa di Filippo Neri, forse il santo più popolare e più amato di Roma. Anche se era fiorentino! Ma venne a Roma a 19 anni e non si mosse più da lì. Le catacombe erano il luogo più lontano verso cui si avventurava. Si racconta che mentre si trovava in preghiera, proprio là, alle catacombe di San Sebastiano, nel giorno di Pentecoste, un globo di fuoco gli penetrò nel petto dal lato del cuore spezzandogli due costole. Alla sua morte i medici confermeranno che il cuore era insolitamente grande e due costole si erano rotte per consentire la dilatazione.
Nel giorno della sua festa sarebbe bello ripercorrere la sua città adottiva e guardarla con i suoi occhi, nei monumenti e nei colori del 1500. Dovremmo andare a
nella casa del fiorentino Galeotto Caccia, capo della Dogana, vicino alla Chiesa di S. Eustachio, tra Piazza Navona ed il Pantheon, dove trovò alloggio appena arrivato a Roma, nel Palazzo dei principi Massimo, dove risuscitò il figlio del principe, nella chiesa di Santa Maria in Vallicella, dove ha passato ultimi 16 anni della sua vita.
Ci fermiamo invece in una dei luoghi meno visitato, la Chiesa di S. Girolamo della Carità tra Piazza Farnese e Via Giulia, dove ha vissuto ben 32 anni della sua vita, dal 1551 al 1583, fondandovi l’Oratorio.
La chiesa sorge su rovine di epoca romana, identificate come la casa della nobile matrona santa Paola, che nell'anno 382 ospitò san Girolamo, invitato a Roma da papa Damaso. Per questo si chiama Chiesa di san Girolamo.Nel 1524 Clemente VII l’aveva data alla Arciconfraternita della Carità. Per questo san Girolamo alla Carità.
Quando, ordinato sacerdote, Filippo Neri venne ad abitarvi, trovò un gruppo di 14 sacerdoti secolari che svolgevano le funzioni di cappellani della Arciconfraternita.
Per entrare occorre suonare al campanello della attigua casa delle suore, che gentilmente si introducono in questo gioiello. Entri e hai subito davanti un capolavoro del Borromini, che ti lascia a bocca aperta, la Cappella Spada.
La famiglia Spada annoverava tra i suoi membri Padre Virgilio Spada, importante esponente della Congregazione di San Filippo Neri, consigliere artistico del papa, amico, ammiratore e sostenitore di Francesco Borromini.
Dedicata ad alcuni esponenti della famiglia Spada morti nei tre secoli precedenti, la cappella doveva celebrare anche la particolare devozione della famiglia al santo di Assisi ed al suo ordine; ed infatti ai lati dell’altare, in due ovali simmetrici, sono raffigurati S. Francesco e S. Bonaventura.
Borromini ha profuso tutta la sua genialità in queste esiguo spazio. Si può commentare… ma meglio star lì a guardare e lasciarsi prendere dalla straordinaria bellezza dell’opera. 
Dopo aver visto la cappella di san Filippo dello Juvarra, saliamo su in alto, a visitare la stanzetta dove viveva san Filippo e accoglieva amici e penitenti. Mi sarebbe piaciuto andare a trovarlo, assieme ad altri visitatori del suo tempo, tra i quali S. Ignazio di Loyola, S. Felice da Cantalice, S. Carlo Borromeo, S. Camillo de Lellis… Ma piamo ammirarlo da lontano, come l’altra fiorentina Santa Caterina de' Ricci, che invece di Roma aveva scelto per sua città Prato (più o meno siamo lì!). Oltre alle visite c’erano dei compagni fissi: la gatta, gli uccellini nella gabbia sempre aperta, il cagnolino Capriccio, bastardino bianco a chiazze rosse…
Visita che ti visito, la stanzetta risultò troppo ristretta e fu necessario adattare a sala di incontro il granaio posto sopra la navata destra della chiesa. È così che inizia l’Oratorio di san Filippo.
La prossima volta andiamo a visitare le stanzette degli ultimi anni della sua vita, nella Chiesa Nova… D’accordo? Filippo non voleva andarci, ma ricevette un ordine perentorio del papa, e dovette fare il trasloco, cominciando con una grande padella.

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