mercoledì 17 agosto 2011

Francesco, Domenico e io, inondati dal sangue di Cristo


La cappella del Crocifisso, in Santa Maria Maggiore, sarebbe già di per sé una grande bellissima chiesa. Solo che, inserita nella basilica, quasi scompare. Lineare e sobria nell’architettura, è interamente rivestita di marmi pregiati. Sull’altare spicca il bel Crocifisso.
Vi sono stato questa mattina, per celebrare la messa. Ero solo. Ho scelto la messa del preziosissimo Sangue ed ho potuto rimanere lì a lungo, in silenzio, a contemplare questo straordinario mistero.
Come non ripensare a Francesco alla Verna, raffigurato da Andrea della Robbia in adorazione del Crocifisso? Come si fa a disgiungere Francesco dal Crocifisso? Eppure anche il suo contemporaneo, Domenico, non doveva essere da meno. E pensavo al convento di san Marco dove il beato Angelo, quasi in ogni cella ha dipinto il santo ai piedi del Crocifisso, inondato dal suo sangue redentore. “Desiderava di essere flagellato, fatto a pezzi e morire per la fede di Cristo”, si diceva di lui.
Che scenda ancora quel Sangue redentore e lavi i peccati del mondo e ci inebri del divino e ci avvolga come una veste da difesa del male.

1 commento:

  1. Ciao p. Fabio, a volte mi connetto qualche istante per abbeverarmi! Così ora.
    Una persona mi ha confidato di avere la leucemia. E' giovane e piena di fede. Mi ha chiesto di chiedere sempre, durante la Consacrazione, che il Sangue di Gesù guarisca il suo... E anche le nostre anime, aggiungo io!

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