giovedì 22 settembre 2011

La passione di leggere / 4: La tavoletta e l’sms


“Mi hai attratto, amata mia,
mi hai ghermito, mia adorata.
Consentimi di starti innanzi
tremante”.
Erano giorni e giorni che pensava e ripensava come formulare la sua dichiarazione d’amore. Finalmente i versi gli fiorirono sulle labbra e li ripeteva, per fissarli nella mente e nel cuore. Ora che erano ben formulati, avrebbe potuto farli giungere all’amata.
Bisognava andare dal vasaio, scegliere l’argilla più adatta, la più pura e fina, farla impastare e con tratto lento e sicuro incidere le parole con lo stilo affilato. Un altro giorno ancora perché la tavoletta potesse essiccare al sole.
Ora bastava un salto al bazar, per scegliere la stoffa adatta nella quale avvolgere il prezioso messaggio. Infine occorreva un amico fidato che si recasse alla casa dell’amata e consegnasse, nelle sue proprie mani, la delicata missiva.
Dopo più di quattromila anni quel biglietto, scritto nei caratteri cuneiformi dei Sumeri, parla ancora d’amore, nel museo dell’Antico Oriente a Istambul.
Aggi un ragazzo scrive alla sua ragazza una sms con quello che gli passa in testa prima ancora che abbia finito di pensarlo; un messaggio che vive pochi istanti e subito muore. Bisognerà scriverne subito un altro per completare il pensiero, che tuttavia non è ancora ben chiaro, e un altro ancora per rettificare ed evitare un possibile frandimento. Con l’ansia che monta perché dopo sette secondi non è arrivato ancora un sms di risposta…
Ho cercato invano, nel museo del Moderno Occidente di Roma, uno di questi fugaci sms.

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