lunedì 12 settembre 2011

Ritorno dall'Ucraina

Ieri, al termine della messa, sono uscito per visitare Il coloritissimo mercato domenicale che si stende nella grande piazza polverosa antistante la chiesa. Come ogni mercato che si rispetta si vende di tutto, ma niente commercianti: ognuno vende i propri prodotti. Basta poco per rendersi conto del tenore di vita. P. Sergiusz, accompagnandomi nella bella Kiev, mi aveva detto: Ricorda che Kiev non è l’Ucraina. Hai ancora ha percorrere migliaia di chilometri e troverai povertà e miseria. Lo stipendio medio è 100 euro al mese; come non emigrare? L’entusiasmo dell’indipendenza si è perso per strada davanti alla corruzione politica e alle ingiustizie sociali ed è calato un velo di scoraggiamento e di rassegnazione; si è tornati a bere, cresce la violenza, l’apatia…
Sono ripartito sentendo la “compassione” per questo grande popolo e insieme con la gioia di vedere i miei fratelli Oblati motivati come mai, interamente dedicati alla loro gente, determinati a portare ovunque e comunque il Vangelo, unica salvezza.

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