domenica 9 ottobre 2011

Filippo Neri e Caterina de Ricci



“Dalla finestra di casa Filippo godeva della più bella vista:  dall’altra parte del fiume Firenze gli si spiegava davanti. La cupola del Brunelleschi la domina, e tutto attorno, il campanile, la badia, le alte mura d’Or San Michele, il campanile di Santa Croce, la torre del Bargello e quella ben più imponente del palazzo della Signoria…”
Per pagine e pagine Firenze rivive sotto la penna di due grandi scrittori, Ponnelle e Bordet, nel suo splendore del primo Cinquecento.  È da molti anni che cercavo questo libro. Giorni fa l’ho scorto tra migliaia e migliaia affastellati alla rinfusa tra scaffali polverosi. Un classico di quasi centro anni fa che fa rivivere la vita di san Filippo Neri collocandola nel suo ricco contesto storico. Ho subito cominciato a leggerlo e subito ti cattura. Ti fa abitare luoghi antichi e ti rende attuali eventi del passato.
Un giorno gli mostrarono il ritratto di Caterina de Ricci, che il popolo chiamava già la Santa di Prato. esclamò: “Non è il suo vero ritratto…, disse. Suor Caterina era più bella…; aveva un volto ridente e gioviale”. Lei aveva 10 anni quando Filippo lasciò Firenze per sempre. Quel volto di bambina, vista per le strade della città, gli era rimasto impresso per sempre.

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