lunedì 3 ottobre 2011

Tre miracoli a Cana di Galilea… e a Serre di Rapolano



Sono andato nel Senese non per lasciarmi ghermire dai sereni panorami e dai borghi medievali (è stato un dono aggiunto e gradito), ma per il matrimonio di Marta e Francesco. Si sono scambiati le fedi comprate a maggio in Terra Santa e benedette a Cana di Galilea.
Come a Cana di Galilea anche al matrimonio di Marta e Francesco c’erano Maria, Gesù e i suoi discepoli. E anche questa volta Gesù ha compiuto il suo triplice miracolo.
Il primo: la sua presenza in mezzo a noi. È venuto alla festa così come andava alle feste del suo tempo, senza disdegnare niente di quanto è umano, perché amante della vita. È venuto ed ha benedetto l’amore umano dei due sposi.
Il secondo: non ha trasformato l’acqua in vino (non ce n’era bisogno, vista l’abbondanza di buon Chianti), ma il pane e il vino nel suo corpo e nel suo sangue (quel miracolo a Cana era segno e anticipazione di questo): nell’Eucaristia sarà il sostegno costante della nuova famiglia.
Il terzo: tramutando a Cana l’acqua in vivo ci ha fatto intendere che trasformerà ogni nostra fragilità e miseria (l’acqua) divinizzandoci (il vino): speranza certa di ciò che Egli compie lungo la nostra vita, fino a quando ci porterà il Paradiso, figlio nel Figlio.

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