giovedì 19 gennaio 2012

Angiolino: Ciò che rimane dopo la morte


“Il Centro Giovanile di Marino non è il luogo dove si coltivano le vocazioni Oblate, non è una forma più aperta di seminario, ma è un luogo dove una comunità religiosa offre ai giovani la possibilità di fare una esperienza comunitaria ed evangelica nella libertà e nella partecipazione, aiutandoli nella ricerca e nella verifica del loro progetto di vita. Ne consegue che l’obiettivo fondamentale del Centro Giovanile è quello di aiutare i giovani a capire il progetto di Dio su di loro, la loro vocazione specifica nella Chiesa, attraverso un’esperienza profonda di vita cristiana vissuta in comunità.
Alla base dell’esperienza di Marino ci sono due realtà fondamentali: la scoperta del fratello come membro del Corpo di Cristo, chiamato alla comune sequela del Maestro, e l’amore scambievole che  genera la presenza del Signore nella comunità…
Il Centro Giovanile vuole ispirarsi alla vita cristiana vissuta dalla prima comunità di Gerusalemme…”
Ho letto queste parole riprendendo in mano e sfogliando lo studio di Angiolino Di Lizia, “Il Centro Giovanile di Marino”, scritto nel 1980. Presentava un’Eterotopia, uno dei luoghi del Risorto, di cui parlavo sul Blog sabato 26 novembre 2011.
È partito, padre Angiolino, silenzioso, come silenziosa è sempre stata la sua vita. È il terzo Oblato nato da quella comunità di Marino che parte per il cielo.
Il ricordo più bello di lui è una giornata passata insieme nelle sua parrocchia nel Casertano, quando aveva ancora una chiesetta prefabbricata. Ho visto l’Oblato vero, semplice, accanto alla gente…
Ha lasciato scritto:
“Ciò che resta nella vita è l’unione con Dio sempre più profonda, sempre più matura che ti rimette a fuoco, ogni momento per vivere nell’umanità di oggi come persone che sono nel mondo, ma non del mondo. È un rapporto personale con Dio dove Lui è il tutto della nostra vita e noi siamo nulla, ma Egli ci riempie del suo Amore per essere una sua Presenza viva tra le persone con le quali veniamo a contatto…
Ho cercato di non spezzare mai l’unità con i fratelli, ma di piegarmi perché l’unità non venisse mai meno tra di noi.
Nell’apostolato ho sperimentato che ciò che conta, non è tanto l’attività ma essere una presenza viva di Gesù, perché è Lui che tocca i cuori e noi siamo solo strumenti nelle sue mani.
Tutto attorno a me e dentro di me crolla e appassisce come un filo d’erba, ciò che resta al di là di ogni cosa, ciò che rimane oltre la morte è l’Amore”.

3 commenti:

  1. rimarrai sempre nei nostri cuori...ti voglio bene e te ne vorrò sempre..mi manchi...A te Padre Angiolino con tanto affetto..Angela

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  2. rimarrai sempre nei nostri cuori..ti voglio bene e te ne vorrò sempre...mi manchi già da adesso...A te Padre Angiolino con tanto affetto..ANGELA

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  3. Mi è dispiaciuto tantissimo, in un modo molto particolare, ed in questi giorni lo sento "presente", vicino a me.
    Il divino che ci ha fatto incontrare e ci ha unito, rimane, cresce e continua a farmi sentire una sola cosa con te. GRAZIE ANGIOLINO
    franco

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