mercoledì 11 gennaio 2012

Il suo nome: Yêšua


È il suo nome, quello impostogli dall’angelo, quello con cui la chiamavano a casa, nel villaggio.
Yêšua, abbreviazione di Yehôšua, che significa “Il Signore è salvezza”: Gesù, il Salvatore.
Ognuno vorrebbe appropriarsene: Teresa d’Avila vuol chiamarsi di Gesù, al pari di Charles de Foucauld… Quando a Castelgandolfo ho battezzato una bambina alla quale volevano dare nome Viola, l’ho battezzata come Viola di Gesù…


Aveva ragione sant’Eugenio a scrivere:
Gesù mio Salvatore. Che io viva e respiri solo per lui, mi consumi nel suo amore servendolo e facendo conoscere quanto egli è amabile…
Gesù nostro amabile Salvatore… , per lui cercherò di avere la più tenera devozione e l’amore più ardente... E riconoscendomi incapace di amarlo, gli domanderò questa grazia tutti i giorni durante il S. Sacrificio e cento volte durante la giornata con questa giaculatoria: Gesù mio dammi il tuo amore…
Considererò Gesù mio amore nella sua incarnazione, nella sua vita nascosta, nella sua missione, nella sua passione e morte, ma soprattutto nel suo Sacramento e nel suo Sacrificio; mia grande occupazione sarà di amarlo, mia cura più grande di farlo amare. 

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