sabato 11 febbraio 2012

Bissau: la città e i volontari


Lascio N’Dame, dopo aver celebrato la messa della Madonna di Lourdes nella bella chiesa, affrescata con scene locali, dove tutto converge verso Maria, Regina degli Apostoli.
Andiamo in centro città. Bissau, la capitale, si mostra in tutta la sua semplicità, colorata dal rosso della terra che, dalle strale, sale sui muri della case, uniformando in una tinta vivace.
Prima tappa alla curia dove ci accoglie una signora pugliese che presta stabilmente il suo servizio di volontariato nell’amministrazione, assieme al nostro p. Giancarlo. Incontriamo il vicario generale e un bel gruppo di ragazze milanesi venute per una quindicina di giorni come volontarie. In questi anni i volontari milanesi hanno ricostruito l’orfanotrofio distrutto dalla guerra; l’hanno completando installando i pannelli solari. Un paio di ragazze, chirurghe, prestano danno una mano nell’ospedale, in aiuto all’unico medico chirurgo. Gli uomini stanno mettendo la ringhiera attorno alla cattedrale. Mi rendo conto di questo sia efficace, in luoghi così poveri, il nostro sconosciuto volontariato cristiano.
Ci rechiamo al porto, affollato da gente che compra il pesce. L’antico forte portoghese fa la guardia alle barche affossate nella melma della bassa marea. L’unico edificio di una certa consistenza è il parlamento, costruito dai cinesi, che hanno portato lì ingegneri e manodopera. Per il resto tante vecchie case coloniali che conservano un lontano ricordo di tempi passati, edifici ministeriali molto molto modesti, casupole, capanne, tante strade sterrate, bancherelle e mercatini improvvisati ad ogni angolo, tutta una vita febbrile da sottoproletariato. Alberi e orti rendono vivibile una città povera e polverosa, che ha il suo fascino nella bellezza della gente.
Sosta alla comunità oblata nel quartiere di Antula e partenza dall’aeroporto per Dakar.

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