martedì 8 maggio 2012

Con il Vangelo in tasca


«Il Nuovo Testamento contiene 25 capitoli. Iniziando il Nuovo Testamento al 1° capitolo [e leggendo un capitolo] al giorno, la lettura del Nuovo Testamento terminerà il 7 settembre». Questa frase è scritta su una strisciolina di carta che è caduta in terra quando dal nostro museo oblato ho preso in mano un libriccino piccolo piccolo, ben rilegato, con il bordo in oro, il Nuovo Testamento, in una elegante edizione del 1700, leggibilissima. La strisciolina di carta era lì dentro, come un segnalibro.
Una mano ignota ha scritto nel contro copertina che Eugenio de Mazenod «portava sempre con sé questo nuovo testamento e se ne è servito quotidianamente per tutta la vita».
Lo stesso sant’Eugenio vi ha scritto, con belle parole di ricordo, che il libro apparteneva al prozio Augusto Andrea, che era stato vicario generale di Marsiglia. Alla sua morte, in esilio a Venezia, il pronipote aveva preso con sé il Nuovo Testamento e se lo tenne sempre con sé.
Fu così che, dall’età di 14-16 anni, cominciò a familiarizzarsi con la Sacra Scrittura. Ne dà prova 10 anni più tardi in una lettera scritta all’amico Emmanuel Gaultier de Claubry, per incoraggiarlo nelle difficoltà a testimoniare la propria fede. Gli offriva una serie di passi della Bibbia con questo commento: «Ho qui raccolto una serie di parole di consolazione che ho voluto raccogliere dalle loro pura sorgente, nel Libro della vita, in questo mirabile codice dove tutte le nostre necessità sono previste e pronti i rimedi. Non è dunque Eugenio, ma Gesù Cristo, Pietro, Paolo, Giovanni, ecc., che vi mandano questo nutrimento salutare che, ricevuto con quello spirito di fede di cui siete capace, non sarà senza effetto». La lettera denota una reale conoscenza del Nuovo Testamento.
Appena sacerdote, durante un ritiro, sant’Eugenio ratificò la pratica della quotidiana lettura della Bibbia con questa risoluzione: «leggerò sa sacra Scrittura per una mezz’ora». Nel regolamento che si propose di vivere quando divenne vescovo di Marsiglia il tempo dedicato a questa lettura era di un’ora al giorno. Agli Oblati, quale frutto della propria esperienza, nella Regola prescrive lo studio quotidiano della Sacra Scrittura.
Sembra sia questa la strada per diventare santi…

Nessun commento:

Posta un commento