martedì 22 maggio 2012

Cotabato, città di campagna


L'aeroporto di Cotabato

Nella luce limpida di prima mattina Manila dischiude nel vasto orizzonte i mille grattacieli, sbocciati come funghi nella notte. Ieri sera, dopo cena, ho visitato il campus dell’università dei Gesuiti, dove è presente anche la facoltà di teologia dove studiano i nostri Oblati. Sono spazi e parchi che in Italia non possiamo neppure immaginare. La cappella universitaria è un’autentica cattedrale; l’ho trovata gremita di centinaia di studenti… Ci siamo quindi diretti verso l’Università delle Filippine, ma questa è una città nella città, estesa per chilometri e chilometri in mezzo a boschi che non hanno fine, con una propria compagnia di trasporti... Nella chiesa, per la messa della domenica sera, gli studenti sono adunati a migliaia, tanto che molto di loro devono rimanere fuori, sotto la pioggia, uno dei tanti segni della religiosità filippina. Un altro segno è una libreria cattolica che ho scorto all’interno dell’aeroporto!
Dall’alto, volando verso Sud, le Filippine fanno bella mostra del mare limpido, delle migliaia di isole piccole e grandi, fino ai minuscoli atolli, mentre le impalpabili nubi bianchissime decorano cielo terra e mare.
A Cotabato, nell’isola di Mindanao, a metà strada tra Davao e Zambuanga,  inizia la seconda parte della mia avventura filippina. 
L’aereo atterra in mezzo a coltivazioni di palme di cocco, in un piccolo aeroporto. Ai piedi della scaletta dell’aereo una carriola di ombrelli a disposizione dei passeggeri, per ripararsi dal sole nel tragitto fino all’unica stanza dell’aeroporto.
Subito in città, che non ha più niente a vedere con la grande Manila. Questa è una città di campagna, immersa nella ricchissima vegetazione tropicale. Sono accolto all’università con tutti gli onori, come un grande personaggio. Il pranzo non è quello spartano degli Oblati di Manila, ma un autentico banchetto, con camerieri e camerieri impeccabili (studenti), imbandito con frutte esotiche mai viste… Mi sembra di essere in un paradiso terrestre. Peccato che non possa uscire dal campus, è troppo pericoloso, mi occorrerebbe la scorta militare. Sono in un paradiso terrestre, ma dopo il peccato! Occorre vivere e pregare perché Gesù non sia morto invano… 

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