giovedì 24 maggio 2012

Gli Oblati coinvolti nell'ARMM


Davanti al palazzo del governo regionale
Jun Mercado mostra la mappa dell'ARMM

La visita al palazzo del governo generale dell’ARMM (Regione Autonoma nel Mindanao Musulmano) ci ha aperto gli occhi sulla realtà di questa regione del sud delle Filippine, la più povera del Paese: poco più di un dollaro al giorno per persona, 1 medico ogni 10.000 abitanti, la più alta moralità infantile, il 70% dei bambini che non finisce la scuola elementare...
Shariff Kabunsuan, un missionario arabo, introdusse l’Islam nel 15° secolo, fino a formare un Sultanato islamico. La maggioranza musulmana, dopo che la regione fu incorporata alle Filippine senza nessun referendum, ha sempre lottato per l’autonomia. Nel 1973 scoppiò il conflitto tra il Fronte Nazionale Moro di Liberazione e le forze armate filippine. Le leggi marziali del Presidente Marcos alimentarono ulteriormente le ostilità e la guerriglia.
Nel 1990 finalmente nasce la Regione Autonoma, ma un nuovo gruppo, il Fronte Islamico Moro di Liberazione, di natura fondamentalista e guidato dall’estero, continua la lotta fino alla guerra del 2000, finita con un armistizio l’anno successivo. La Regione Autonoma è ora in cammino verso sviluppi ci pace e di crescita economica. Nonostante la sua autonomia riceve circa il 98% dei propri finanziamenti dal Governo centrale.
P. Jun Mercado è di casa nel palazzo del governo generale dell’ARMM perché, da buon Oblato, ha lavorato e continua a lavorare con tutte le forze per la pacificazione e l’autonomia. Col sorriso permanente sulle labbra, un lungo pizzetto da saggio cinese, è l’uomo dei rapporti, del dialogo della fratellanza universale, accolto, rispettato e amato da tutti. È lui che ci guida nel palazzo alla scoperta della realtà della Regione. L’Università Notre Dame degli Oblati ha formato i leaders che ora sono in tutti i fronti, in quella di liberazione nazionale musulmano e in quello del governo centrale e tutti hanno chiesto a p. Mercado, che è stato rettore dell’università, di farsi garante del rispetto degli accordi tra le parti. Il suo centro di dialogo cristiano-musulmano produce frutti tangibili anche dal punto di vista politico ed economico. Gli Oblati continuano così la tradizione di dialogo nella Regione.
Al Cemnro media Oblato
Il pomeriggio è continuato con la visita alla più importante moschea, fuori città, dove il fiume sfocia nel mare: una “cattedrale” nel deserto… verdissimo, circondato da una natura d’incanto: le risaie, i monti boscosi, le piantagioni di banane, le selve di palme di cocco. Lungo la strada i contadini che battono il riso, i bufali al pascolo, i pescatori che lavorano il pesce… L’orologio della storia sembra tornare indietro di secoli.
È ormai sera quando terminiamo con visitare alcune istituzioni oblate: il pre-noviziato, il cimitero, la grotta di Lourdes e il centro di ritiri, in un bosco di alberi giganteschi, metà di pellegrinaggio e di riposo per centinaia di famiglie, il Centro mass media, con la radio e il più antico giornale della città che si stampa dal 1948.
Gli Oblati appaiono davvero i missionari dei poveri dai molteplici volti.

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