martedì 15 maggio 2012

Negli Emirati Arabi Uniti


Di nuovo in volo, questa volta verso Oriente. In mattinata la Grecia mi spalanca il limpido panorama dei monti aridi e del mare blu con insenature e isole, quasi un invito a librarsi nell’aria e a tuffarsi dall’alto. Nel pomeriggio riparto da Atene, alla volta di Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti. Volando contro sole quando arrivo nel golfo è già notte. Esco dall’aereo e mi impatto contro la muraglia del caldo soffocante del deserto. Alle 20.30 locali sono in aeroporto, in tempo per sentire diffondere dagli altoparlanti la cantilena con la recita del Corano, La preghiera musulmana della sera. Mi fa sempre impressione questa esplicita dichiarazione della propria fede. Chissà che effetto farebbe all’aeroporto di Fiumicino sentir diffondere l’Angelus Domini! La proclamazione coranica cada nella più assoluta indifferenza del consueto caos commerciale tipico che – effetto globalizzazione – non si differenzia da tutti gli altri aeroporti, così come non si differenziano i prodotti. I video di presentazione di Abu Dhabi che ho potuto seguire in aereo non fanno mistero della fede musulmana, anzi la affermano come identità tipica della regione e invitano i visitatori a farne esperienza.
Ripartirò nel cuore della notte

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