lunedì 20 agosto 2012

A Roma, sulle orme di sant’Eugenio


In una bella domenica estiva, sotto un sole splendente e caldissimo, eccoci per le strade di Roma ripercorrendo gli itinerari di sant’Eugenio de Mazenod. Ci vorrebbero delle settimane per visitare tutto quello che lui amava visitare nei suoi sei viaggi a Roma, il primo dei quali ebbe una durata di mesi.
Con i formatori, provenienti dal mondo intero, la maggior parte a Roma per la prima volta, visitiamo diversi luoghi. Particolarmente raccolta la visita alle stanze di sant’Ignazio. La prima volta che sant’Eugenio vi entrò rimase a lungo a guardare ogni particolare e a meditare sulla vita di sant’Ignazio concludendo, nel diario: “Tutti questi preziosi ricordi mi hanno fatto veramente piacere, e questi luoghi mi piacciono troppo perché non sia molto contento di visitarli”.
A San Paolo fuori le mura
Anche noi ci attardiamo nell’atrio affrescato dal Pozzi e poi a vedere le sobrie e austere stanze: lo studio, la camera da letto… In quest’ultima stanza abbiamo pregato come aveva fatto sant’Eugenio.
Nella sua ultima visita, il 27 novembre 1854, annotava nel diario: “Ho cominciato la mia giornata andando a celebrare la messa nella camera dove sant’Ignazio e san Francesco Borgia sono morti dopo verla abitata durante il loro santo generalato è in questa camera che san Luigi Gonzaga e san Stanislao Kostka furono ricevuto nella Compagnia di Gesù. È là che san Filippo Neri, e senza dubbio anche gli altri santi che vivevano in quell’epoca feconda di santi, vennero a visitare i due generali e intrattenersi con loro. Trasformata in cappella san Carlo Borromeo e san Francesco di Sales vi vennero a celebrare la santa Messa su questo stesso altare dove io stesso ho avuto la grazie di celebrare il santo sacrificio. Sempre con un grande sentimento di devozione prego in questo santo luogo. Non posso dimenticare la grazia che ho ricevuto nel tempo del mio primo viaggio a Roma, quando avevo così grande bisogno della protezione di tutti i santi che andavo a invocare in ciascuno dei loro santuari. He messa fu quella! Non ne conto che 4 o 5 nella mia vita in cui ho provato questo genere di grazia; non la si domanda ma quando la si riceva, ci si confonde e si ringrazia con un grande sentimenti di riconoscenza”.

Nessun commento:

Posta un commento