giovedì 20 settembre 2012

A Burlo, in Germania, il giardino di Maria


È mezzanotte quando scendo dalla macchina. Sono in aperta campagna, nel più profondo silenzio. Il cielo è terso e la Via lattea, nel suo distendersi irregolare, brilla di luce vivissima. Al mattino gli ampi spazi si popolano di giovani. La scuola di Burlo, in Vestfalia, a pochi chilometri dall’Olanda, riprende vita.
Il primo monaco venne in queste campagne nel 1220. Qualche anno più tardi arrivarono i Guglielmini, sostituiti subito dopo dai Cistercensi, che hanno lasciato una loro caratteristica chiesa slanciata e il monastero. Chiamarono quel luogo Mariengarden, giardino di Maria
Le vicende liete e funeste si sono ripetute qui come altrove fino all’arrivo degli Oblati all’inizio del 1900. Ora vi è il loro unico liceo di tutta Europa, che porta ancora il nome di Mariengarden. Gli ambienti scolastici sono moderni, dislocati in diversi edifici in una grande estensione di prati e boschi. C’è anche il padiglione per le lezioni di musica e d’arte. L’ultima costruzione è il grande auditorium con sale d’incontri, mensa, biblioteca..., dove si tiene un fitto programma di eventi anche per la vicina cittadina. 800 gli studenti che arrivano ogni giorno da un raggio di venti chilometri. Un edificio è adibito ad accoglienza di studenti di altre scuole che vengono da diverse parti per qualche giorno di studio o di ritiro.
Esco nella piazza centrale al momento dell’intervallo per gustare il ronzio degli studenti. Particolare punto di attrazione i banchi con la vendita di fette di torta per raccogliere i soldi in vista di una loro certa festa. I due cappellani Oblati sono in mezzo a loro come sempre. Sono rimasti gli unici Oblati che lavorano nella scuola. Anche il direttore non è più Oblato, ma un carissimo signore che mi accoglie con una festa infinita e con un po’ di lingua italiana; mi pare più Oblato degli Oblati. Mi porta a visitare i vari padiglioni. Mi sorprende vedere alcuni genitori che fanno volontariato permettendo ad esempio il funzionamento della biblioteca.
Visto che gli Oblati non insegnano più occorre assicurare una formazione oblata ai professori in modo che portino avanti l’istituzione – una delle più rinomata in tutta la regione – secondo l’ideale oblato. Ecco perché nel pomeriggio ci portiamo con una sessantina di loro a Freckenhorst per passare due giorni insieme a riflettere sulla vocazione oblata.
Lungo la strada attraversiamo Münster, una città invasa da biciclette, con semafori apposta per loro, con parcheggi per loro ovunque… mi pare d’essere in Cina (almeno la Cina che ho visto tanti anni fa, adesso…). Fino ad un bel centro della diocesi, circondato, come tutto il paesaggio che ho visto finora, da fattorie e boschi. Ovunque testimonianza di una fede antica e radicata: edicole della Madonna, statue del Sacro Cuore, Crocifissi.

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