venerdì 14 settembre 2012

Sorprese all'abbazia di Seregno


Quante sorprese oggi. Sembrava un giorno di routine e invece.
Parto da Roma con pioggia e freddo e giungo a Milano con un bellissimo sole caldo: l’Italia si è capovolta. Per la prima volta parto dalla stazione di Roma Tiburtina, completamente ristrutturata, bella, moderna, efficiente. Scendo per la prima volta alla stazione di Milano Porta Garibaldi, completamente ristrutturata. Fuori i grattacieli appena sfornati mi dicono subito che Milan l’è un gran Milan. Mi aspetta suor Anna, mia ex studente di una decina d’anni fa: ci riconosciamo ancora.
Lasciamo la città verso la Brianza. Lungo la strada un cartella indica a pochi chilometri Seregno. “Seregno? Mi dice qualcosa questo nome. Non c’è una abbazia che pubblica una collana di studi monastici?”. “Certo, l’abbazia di Seregno, appunto”. Prima inattesa sorpresa. Posso passare di qua senza visitarla?
Costruita a fine 1800 dai Benedettini Olivetani in aperta campagna ora è completamente inserita nell’assetto urbanistico della cittadina. L’ingresso immette, come d’obbligo, nel negozietto dell’erboristeria, con i soliti unguenti miracolosi contro ogni tipo di mali, liquori colorati, miele, caramelle; tutto produzione locale. Un monaco mi fa visitare infatti i vari laboratori, eccetto quello dei liquori, rigorosamente chiuso a chiave. Ma c’è anche un locale dove si tengono corsi per dipingere le icone (tecnicamente si dice “scrivere” le icone). Uno sguardo al chiostro, alla sala capitolare, alla biblioteca.
E qui seconda sorpresa. Trovo il vecchio abate, Dom Valerio Cattana, che ha avviato e condotto la collana di scritti monastici che conta oltre 40 volumi. Poco più che ottantenne irradia una gioia e una pace straordinarie. Mi accoglie come fossimo amici di vecchia data e mi fa una festa indicibile. Dice di conoscermi, che sono famoso per i miei scritti… ma forse lo fa soltanto per farmi sentire importante. Che bello trovare un monaco che ti fa vedere come seguire Gesù fa fiorire al meglio l’umanità.
E scatta la terza sorpresa. Parlando della collana metto in luce Jean Leclercq, uno dei più grandi eruditi e studiosi del monachesimo medievale, come ormai non ce ne sono più, e dico all’abate che è stato mio professore. Dom Valerio Cattana mi guarda compiaciuto e mi rivela che è stato suo amico, che è stato lì, che lui è andato nella sua abbazia in Francia… e subito mi regala un volume di quasi 2000 pagine edito recentemente: le lettere di Jean Leclercq. Le aveva lasciate a lui prima di morire, come all’amico fidato. 400 pagine sono lettere alla mamma, 200 lettere indirizzate a lui… Stasera non posso leggerle tutte… Sono una frase scritta alla sorella poco prima di morire: “Più si studia la fede, più se ne resta stupefatti. È stata la gioia di tutta la mia vita. Grazie Signore”.
Grazie Signore d’avermi aperto le porte di questa abbazia semplice, grazie d’avermi aperto il cuore dell’abate Dom Valerio Cattana.

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