lunedì 18 febbraio 2013

Con le Carmelitane di Paštuva: una giornata di “contemplazione”


Sr. Mary Joseph davanti al suo monastero
È nevicato tutto il santo giorno. Partiamo da Vilnius con un nevischio fine fine. La città è ammantata da una nebbiolina che sfuma i grattacieli lasciandoli indefiniti nella loro ascensione. Poi l’autostrada col nevischio che svolazza basso disegnando sull’asfalto giochi di fantasia. All’orizzonte  il biancore dei campi innevati si confonde imprecisato con quello del cielo.
Giungiamo a Paštuva, in aperta campagna. Gli alberi neri del bosco si sono fatti ancora più neri.
Il monastero delle Carmelitane si raggomitola su di sé per difendersi dal freddo e dalla neve. Passiamo la giornata con le monache, nella sala d’incontro, nella chiesa, nel refettorio e ovunque, dalle grandi finestre, irradia la luce e posso contemplare la neve che scende silente e calma: è come scendesse una pace profonda.
Sono stato qui sette anni fa. Allora una giovane in visita al monastero mi aveva chiesto cosa fare per scoprire la propria vocazione. Oggi me la ritrovo lì, in abito carmelitano, alla vigilia della sua professione perpetua. Mi dice che allora l’ho ben consigliata…
Dopo la rivoluzione del 1863 contro l’occupazione russa, lo Zar represse in Lituania ogni libertà, incamerando i beni della Chiesa che era stata a fianco dei rivoltosi. Anche il Carmelo fu soppresso. Negli anni Ottanta alcune donne espressero il desiderio di ristabilire un monastero carmelitano. La richiesta giunse anche in Scozia dove una monaca prese l’iniziativa di rispondere: la nonna era lituana e le aveva insegnato i rudimenti della lingua. Sr. Mary Joseph iniziò così il monastero di Paštova nel 1994 e nel 2000 fu inaugurata la nuova costruzione. Oggi le monache sono 14. Parlo loro, mi pongono domande, condividiamo esperienze… Passiamo una giornata di “contemplazione”, come si conviene in un monastero carmelitano.
A metà pomeriggio riprendiamo il viaggio per strade di campagna completamente innevate.
La neve continua a scendere e a sfumare gli orizzonti appena ondulati di boschi e campi. I rari villaggi che incontriamo sono case di legno dai colori vivaci, le più adatte per affrontare i freddi inverni. Ai crocicchi delle strade le grandi croci scolpite  nel legno con scene evangeliche o le alte steli con le statue della Madonna o dei santi, sempre in legno, testimoni di una fede antica. Visioni surreali.
Si è ormai fatto sera quando giungiamo a Šiluva.

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