martedì 5 febbraio 2013

In Sicilia da sant’Agata

La mia traversata dello Stretto otto anni fa
Nella festa di sant’Agata (fu martirizzata il 5 febbraio 251) eccomi ad attraversare lo stretto di Messina per andare a renderle omaggio. È da otto anni che non metto piede in Sicilia. Sono venuto in treno. Da Salerno in giù sembra un’altra Italia. Non esiste più Freccerossa, non treni ad alta velocità… Tutto rallenta e piomba nel dimenticatoio… Il panorama però riscatta la regione, l’interminabile Calabria e lo sguardo incantevole sullo stretto. Sono l’unico passeggero del traghetto che, nel buio della notte, sta sul ponte. Come si fa a non godere delle due sponde illuminate e del cielo stellato? Uno spettacolo indicibile.
Sant’Agata. La ‘Passio’ del martirio, risalente alla seconda metà del V secolo, è un romanzo! Agata apparteneva ad una ricca e nobile famiglia catanese. Sin da piccola sentì nel suo cuore il desiderio di appartenere totalmente a Cristo e sui 15 anni il vescovo di Catania accolse la sua richiesta di ricevere il velo rosso delle vergini consacrate.
Il proconsole di Catania Quinziano, se ne incapricciò, l’accusò di vilipendio della religione di Stato, quindi ordinò che la catturassero e la conducessero al Palazzo Pretorio. Venne conquistato dalla sua bellezza, ma i suoi tentativi di seduzione non vanno in porto. Dopo un mese, sottoposta a tentazioni immorali di ogni genere, con festini, divertimenti osceni, banchetti, Agata rimase fedele. Furioso, il proconsole imbastì un processo contro di lei. Le vennero stirate le membra, lacerata con pettini di ferro, scottata con lamine infuocate, tagliati i seni con enormi tenaglie. Di notte mentre è in preghiera nella cella, le apparve s. Pietro apostolo, accompagnato da un bambino, che le risanò i seni amputati.
Il proconsole ordinò allora che venisse bruciata su un letto di carboni ardenti, con lamine arroventate e punte infuocate. Il fuoco bruciò le carni, ma non il velo.
Dopo un anno esatto, il 5 febbraio 252, una violenta eruzione dell’Etna minacciava Catania, molti cristiani e cittadini anche pagani, corsero al suo sepolcro, presero il prodigioso velo che la ricopriva e lo opposero alla lava di fuoco che si arrestò. Da allora sant’Agata divenne non soltanto la patrona di Catania, ma la protettrice contro le eruzioni vulcaniche e poi contro gli incendi.

Nessun commento:

Posta un commento