venerdì 15 febbraio 2013

Vilnius, le tre mani di san Casimiro

Nella chiesa di san Casimiro

Il dipinto che lo ritrae sulla sua tomba nella cattedrale di Vilnius, san Casimiro ha tre mani. La seconda non era piaciuta al secondo e l’aveva cancellata per rifarne un’altra, ma quella cancellata continuava ad apparire nonostante le cancellatura. Alla fine San Casimiro è rimasto con tre mani a testimoniare la sua grande generosità del donare ai poveri. Ieri sono stato a pregarlo sulla sua tomba, oggi ho visitato la grande chiesa dei Gesuiti a lui dedicata. La storia della chiesa, costruita nel 1600, rispecchia la storia e le traversie della nazione lituana: è trasformata in chiesa ortodossa, poi luterana, poi in museo dell’ateismo e infine riconsegnata ai Gesuiti. L’attuale provinciale ha sentito parlare per la prima volta dei Gesuiti proprio visitando l’allora museo dell’ateismo dove erano documentate (?) tutte le nefandezze commesse nei secoli dalla Compagnia di Gesù.
La Porta dell'Aurora: al suo interno si intravede
il minuscolo santuario con l'immagine della Madonna
Ho visitato la chiesa e il grande complesso gesuitico con i 30 religiosi proveniente da tutta la Lituania con i quali mi sono incontrato per l’intera giornata: Benedettini, Domenicani, Francescani, Gesuiti, Basiliani, Salesiani, membri di nuove comunità… Una buon fetta della vita religiosa rinata dopo l’azzeramento operato dall’impero sovietico. Una vita religiosa che risente ancora delle ferite del periodo comunista, che domanda di aprirsi su una più vasta dimensione missionaria, e che nonostante tutto testimonia la forza delle radici e l’attrazione che il Vangelo continua ad esercitare in un popolo che viene da anni di aridità spirituale e non conosce l’assuefazione al messaggio cristiano.
La giornata termina davanti all’icona della Madonna incastonata nella Porta dell’Aurora all’entrata della città, santuario minuscolo nel quale sostano in continuazione le persone per un saluto e una preghiera.

Mentre io sono nel gelo della Lituania, apa Pafnunzio nel suo rovente deserto continua a meditare sulla sua preghiera sacerdotale fermandosi sulle parole: “tu (Padre) gli hai dato (al Figlio) potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato”. Apa Pafnunzio rimane sorpreso dall’impiego che Gesù fa del potere straordinario datogli dal Padre, un potere che si estende su tutta l’umanità, un potere che nessun politico potrebbe neppure sognare. E per cosa il Figlio usa questo immenso potere? Per arricchirsi, per un proprio interesse? Tutto il contrario: per poter dare a tutti la propria vita, Gesù muore per ogni essere umano su cui ha potere. Questo sì che è un modo nuovo di esercitare il potere!

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