giovedì 28 marzo 2013

I due cenacoli

Questa sera tutti i cristiani tornano a Gerusalemme, sul monte Sion, e salgono al piano superiore della casa di Maria, la mamma di Marco Giovanni.
Sono andato quattro volte al cenacolo, ma tra il vociare e il via vai di turisti e pellegrini non è facile raccogliersi, eppure basta andare nella stanza accanto, celebrare l’Eucaristia e si avverte ancora il profumo del pane spezzato, del sangue versato: un Dio che si dona.
Questa sera torniamo al cenacolo per partecipare all’ultima cena di Gesù, per farci lavare i piedi, segno del suo dare la vita per noi, per accogliere il comandamento nuovo dell’amore reciproco, per ricevere l’Eucaristia, per ripetere con Gesù la preghiera al Padre perché tutti siano uno: nasce la Chiesa.

Questa sera tutti gli Oblati tornano ad Aix-en-Provence, entrano nel coro della chiesa della missione, per rinnovare la loro scelta donazione a Dio. Quest’anno sono qui, con i nostri studenti, per rivivere quel momento solenne.
Il giovedì santo del 1816, il primo che vivevano assieme tra di loro, sant’Eugenio e il suo primo compagno vi passarono la notte in preghiera, “assaporando una profonda gioia – come scrive il fondatore – alla presenza di nostro Signore, ai piedi del magnifico trono in cui l’avevamo deposto… Pregammo questo divino Maestro, se era sua volontà, di benedire la nostra opera, di condurre i nostri compagni presenti e quelli che in avvenire si sarebbero uniti a noi, a comprendere il valore di questa oblazione di sé stessi, fatta a Dio, quando lo si volesse servire totalmente e consacrare la propria vita alla diffusione del suo santo Vangelo e alla conversione delle anime. I nostri desideri furono esauditi».
Il piccolo gruppo di preti diocesani, riunitisi da poco meno di tre mesi, stava diventando una famiglia religiosa: nascevano gli Oblati di Maria Immacolata.

1 commento:

  1. Grazie padre Fabio che ci riveli il cuore della tua famiglia e in quell'origine ci accompagni per inserire anche noi .Buona Pasqua

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