mercoledì 27 marzo 2013

Il “mondo” di apa Pafnunzio

Marsiglia: Saint Victor


Ben diciotto volte in quella preghiera tornava la parola “mondo”.
Perché mai, si domandava apa Pafnunzio, Gesù continuava a far presente al Padre che, mentre lui lasciava ormai il mondo, i suoi discepoli sarebbero rimasti nel mondo? Tornava a ribadire lo stesso concetto senza stancarsi: essi sono nel mondo, ma non sono del mondo; devono rimanere nel mondo, anzi li mando nel mondo.
Gesù stava semplicemente dicendo la sua esperienza: anche lui non era del mondo, era del cielo, eppure era stato mandato dal mondo perché il mondo credesse e fosse salvato.
Adesso pregava il Padre perché i suoi discepoli fossero davvero tali e vivessero come aveva vissuto lui: li aveva resi celesti, ma ora li mandava nel mondo per testimoniare di lui e per salvarlo.
 “Affida a noi la sua stessa missione”, si ripeteva apa Pfnunzio contento di poter essere come Gesù e condividere la sua stessa esperienza. Sapeva bene che non ne sarebbe stato all’altezza, lui che non era capace di niente. Come poteva pretende di non lasciarsi sopraffare dal mondo, come poteva addirittura pensare di convertire il mondo? No, lui era meno di niente.
Però sapeva anche che Gesù aveva pregato il Padre per lui, per tutti i discepoli che avrebbero attraversato i secoli, per la Chiesa intera. Sapeva che il Padre ascoltava ed esaudiva sempre la preghiera del Figlio suo. Questo gli bastava.

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