domenica 10 marzo 2013

Nella chiesa di Santa Francesca Romana

Dopo essere stato nella casa delle Oblate, il mio “pellegrinaggio” del 9 marzo è continuato fino alla chiesa di Santa Maria Nova, oggi Santa Francesca Romana. È un pomeriggio assolato anche se le nubi scorrazzano minacciose. La passeggiata da Tor de’ Specchi fino al Colosseo è una delle più energizzanti: ti carica di storia e di bellezza. La chiesa di Santa Francesca Romana è sulla via sacra, tra la basilica di Massenzio e il Colosseo. Il campanile medievale è degno dei due monumenti dell’antica Roma.
Qui Simon Mago avrebbe sfidato san Pietro con le sue arti magiche; si conserva la pietra con le impronte delle ginocchia di san Pietro mentre pregava perché Dio punisse la superbia di Simon Mago… Nell’abside lo splendido mosaico  della metà del 1100 raffigurante la Vergine in trono con il Bambino.
Qui veniva da bambina Francesca, con la mamma Jacovella de’ Broffedeschi, accompagnandola nella visita alle varie chiese. La chiesa era tenuta dai Benedettini di Monte Oliveto. Francesca vi trovò il suo primo direttore spirituale, padre Antonello di Monte Savello, che ben presto si accorse della vocazione della fanciulla alla vita monastica. Fu poi lui a convincerla ad accettare la volontà del padre di andare sposa a Lorenzo Ponziani.
Nella cripta la tomba della santa, con il corpo esposto, coperto da un tulle bianco…

Il 9 marzo di quattro anni fa Benedetto XVI, pellegrino da santa Francesca Romana come io oggi, così si rivolgeva alle sue Oblate:
“Il vostro monastero ha una sua peculiarità, che naturalmente riflette il carisma di santa Francesca Romana. Qui si vive un singolare equilibrio tra vita religiosa e vita laicale, tra vita nel mondo e fuori dal mondo. Un modello che non è nato sulla carta, ma nell’esperienza concreta di una giovane romana: scritto – si direbbe – da Dio stesso nell’esistenza straordinaria di Francesca, nella sua storia di bambina, di adolescente, di giovanissima sposa e madre, di donna matura, conquistata da Gesù Cristo, come direbbe san Paolo. (…)
Anche ai nostri giorni, Roma ha bisogno di donne – e naturalmente anche di uomini, ma qui voglio sottolineare la dimensione femminile – donne, dicevo, tutte di Dio e tutte del prossimo; donne capaci di raccoglimento e di servizio generoso e discreto; donne che sanno obbedire ai Pastori, ma anche sostenerli e stimolarli con i loro suggerimenti, maturati nel colloquio con Cristo e nell’esperienza diretta sul campo della carità, dell’assistenza ai malati, agli emarginati, ai minori in difficoltà”.
Mi piace questa esigenza del Papa di essere “stimolato dai suggerimenti” delle donne. Che sia una profezia? Che santa Francesca Romana ispiri il Conclave…

Nessun commento:

Posta un commento