sabato 30 marzo 2013

Pasqua a Marsiglia: Santificati dal Santo

Era ormai arrivata la veglia di Pasqua e apa Pafnunzio non aveva ancora terminato di ripetere la preghiera che Gesù aveva rivolto al Padre al termine dell’ultima cena. Si era proposto di farne oggetto di vita e di contemplazione lungo tutta la Quaresima, ma quelle parole erano di una tale profondità che per entrarvi non sarebbe bastato l’intero anno liturgico, neppure la vita intera. Adesso non procedeva più neppure in maniera lineare, ma lasciava che le parole gli fiorissero nel cuore spontaneamente, emergendo di qua e di là dalla complessa e insieme semplice architettura.
“Padre santo… per loro io santifico me stesso”. Ormai gli era chiaro, Gesù aveva fatto tutto “per loro”, per noi, per apa Pafnunzio: il pastore dà la vita “per le sue pecore”; Gesù muore “per il popolo”; il pane che egli dà è la sua carne “per la vita del mondo”… Santificare se stesso era un altro modo per dire che egli si stava donando totalmente a noi nella sua passione e morte. Santificarsi per Gesù voleva dire essere talmente una cosa sola con il Padre – il Padre “santo” – da diventare l’espressione del suo amore, la sua volontà fatta vita: dare la vita per il mondo; per questo il Padre l’aveva mandato.
“Padre santo… santificali nella verità”. Gesù pregava perché anche noi fossimo come lui: presi e compresi interamente da Dio, che si comunica a noi “nella verità”, nel Figlio suo, che è la sua Parola, la Verità. Veniamo coinvolti nella santità di Gesù, introdotti da lui nell’amore del Padre, così da vivere da figli di Dio, entrare nella loro stessa unità, partecipare alla loro vita divina, disponibili anche noi a compiere la sua volontà del Padre: dare la vita gli uni per gli altri, dare la vita per il mondo,.
Adesso apa Pafnunzio comprendeva perché tra le due santificazioni (“Santificali nella verità… per loro io santifico me stesso, perché siano anch'essi santificati nella verità”), Gesù parlava del mandato conferito ai suoi discepoli: “Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo”. Gesù dona la sua santità, ossia la sua unione al Padre, tale da diventare la volontà del Padre, e insieme dona la sua missione, espressione di quella santità.
Era ormai svelato anche il mistero che apa Pafnunzio stava celebrando in quei giorni della Pasqua: la morte di Gesù era la sua santificazione, il suo dare la vita, l’adempimento così perfetto della missione affidatagli dal Padre, da essere una cosa sola con lui: il Risorto, pienezza di vita. Apa Pafnunzio accolse, in Gesù, il dono del Padre, la santificazione che gli veniva offerta, e si sentì nella Verità, in Gesù, e con Gesù nel Padre: risorto, nella pienezza della vita!

Questa mattina sono stato da un “risorto”, da un santificato: sulla tomba di sant’Eugenio de Mazenod, nella cattedrale di Marsiglia finalmente aperta.

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