giovedì 25 aprile 2013

L’amore più grande e le scarpe rosse


L’amore più grande è ciò che fa di Pietro il pastore a cui Gesù affida il suo gregge. “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?” gli chiede Gesù;  “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. E Gesù di nuovo: “Pasci i miei agnelli”. È questo il segno distintivo del papa. Eppure si è corso il rischio che altri segni si sovrapponessero, a cominciare dalle scarpe rosse, diventate così importanti che a Benedetto XVI, per mostrare che non è più papa, viene imposto di non indossarle! Non le calza neppure il nuovo papa eppure è papa lo stesso.
Su queste pagine continuiamo a parlare di papa Benedetto? Sì, perché ne sento parlare ovunque, nella metro, in palestra, in piscina… “Ti piace il nuovo papa? Sì, tantissimo. È quello che ci voleva”. Se ne parla con gioia, con “tenerezza” (parola che fa ormai parte della recezione del suo linguaggio). In un momento dei più critici, quando la Chiesa, a tappeto, sembrava aver perduto ogni credibilità, d’improvviso uno squarcio di luce e di speranza: l’umanità di papa Francesco, che richiama quella di Gesù che passa per le strade del suo tempo attorniato soltanto da pescatori; un’umanità che riconquista alla Chiesa simpatia, fiducia, stima.
Per il nuovo papa sta iniziando adesso il tempo delle scelte di governo, delle prese di posizioni dottrinali, e tanti aspettano questo momento per capire le linee del nuovo pontificato. Eppure le prime grandi scelte sono già state compiute. A cominciare da quelle liturgiche, sempre meno “sacre cerimonie” e sempre più celebrazione della cena del Signore. Stavamo scivolando in un pericoloso ritorno del sacro e dell’apparenza barocca, anche nella figura di papa che pareva allontanarsi dalla semplicità evangelica e dal cammino tracciato dal Concilio Vaticano II. È stato lo stesso Benedetto XVI, con le storiche e coraggiose dimissioni, a “demitizzarla”. Le sue ultime parole da papa, dal balcone di Castelgandolfo, sono state “Buona notte”. Come meravigliarsi se papa Francesco inizia il suo ministero con un “Buona sera”? Ha semplicemente ripreso gli ultimi segnali lasciati del suo predecessore, verso una Chiesa più evangelica, testimone dell’amore più grande.

1 commento:

  1. Abbiamo un papa che non si vergogna di essere un semplice uomo come tutti e ci conforta pensarlo così

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