venerdì 19 aprile 2013

Parole e gesti di papa Francesco / 3


Un papa con l’odore delle pecore

Parlando ai sacerdoti il giovedì santo papa Francesco ha parlato di pastori in mezzo al proprio gregge con “l’odore delle pecore” (Omelia, Giovedì Santo, 28 marzo 2013).
Dalle parole ai fatti.
E i fatti sono celebrare ogni giorno con i dipendenti vaticani, a cominciare dagli spazzini; sedersi all’ultimo posto nella cappella, tra i fedeli, in attesa dell’ora della messa; uscire dalla chiesa di santa Marta per salutare la gente.
I fatti sono scendere dalla camionetta per abbracciare un paralitico, mettere il ciuccio in bocca a un bambino che piange impaurito, lavare i piedi ai giovani detenuti di Rebibbia. Gesti che non si improvvisano, ma che gli sono diventati abituali nel lungo esercizio di una vita.
Scendere dalla camionetta e abbracciare un ammalato non è un gesto teatrale, ma l’abitudine e la familiarità con i poveri.
Mettere in bocca il ciuccio al bambino è un gesto che denota familiarità con i bambini, ci sa fare. (vedi http://video.repubblica.it/edizione/roma/il-papa-consola-un-bimbo-dandogli-il-ciuccio/124931/123418?ref=HRESS-1)
Lavare i piedi e è un gesto che tutti i preti ripetono il giovedì santo, ma impressiona come lui li ha lavati, come li ha baciati, con quanto amore e affetto ha guardato uno ad uno i ragazzi. Gli stessi gesti e gli stessi sguardi che rivediamo su alcune foto di quando, da vescovo, lavava i piedi agli ammalati di AIDS.
Sono gesti, questi, che parlano più delle parole, o che danno sostanza alle parole.
Abbiamo un papa che ha addosso l’odore delle pecore.

1 commento:

  1. Io spero solo che tutta questa folla che lo acclama prenda esempio ...nei fatti. A cominciare da me. Ciao p. Fabio

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