domenica 2 giugno 2013

La nuova Pentecoste di Giovanni XXIII

50 anni fa, il 3 giugno 1963, papa Giovanni partiva per il cielo. Poche ore prima la Stazione Radio di Colonia diffondeva un suo messaggio ai fedeli della Germania registrato alcuni giorni avanti. Parlava naturalmente del Concilio, la sua grande opera: “Non bisogna peraltro dimenticare – diceva in quel messaggio –, che il Concilio Ecumenico è opera soprattutto dello Spirito Santo, che è come il cuore della Chiesa, e il perpetuo autore e datore della sua rifiorente primavera. Pertanto, sotto la sua guida e la sua protezione, il Concilio Ecumenico sarà fecondo e salutare di ogni desiderato frutto”.
Parlando del Concilio, Giovanni XXIII utilizzò varie immagini: parlò di primavera, di “un fiore di un’inattesa primavera”, di vento, di aria fresca, ma soprattutto di “nuova Pentecoste”. Nella Pentecoste del 1959 istituì la commissione antepreparatoria, in quella del 1960 aprì la fase preparatoria, in quella del 1961 pubblicò la lettera apostolica Celebrandi concilii
Era un’idea costante, una costante invocazione:
Museo della civilizzazione di Ottawa
“Tutti avvertiamo il bisogno di una continuata effusione dello Spirito Santo, come di una nuova Pentecoste che rinnovelli la faccia della terra. Solo il soffio animatore dello Spirito Santo può infiammare gli animi alla virtù e preservarli dal contagio della colpa... solo il vigore dello Spirito Santo può sostenere i cristiani nelle lotte per il bene e far loro superare felicemente le contraddizioni e le difficoltà” (27 aprile 1959).
“Lo Spirito Santo... fa scaturire la vita nella Chiesa che ignora vecchiaia, fa rifiorire la primavera che non ha inverno, la rende invitta e sicura tra durezze ed avversità e la dispone a vittoria” (27 giugno 1960).
Abbiamo bisogno che lo Spirito venga ogni giorno a guidare la nostra vita quotidiana, a renderci cenacolo e a lanciarci fuori delle mura del cenacolo verso la missione.

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