mercoledì 10 luglio 2013

Glendalough: nella valle dei due laghi la santità di Kevin

Quando lo zio Eogan, abate del monastero di Kilnamanagh, pensò di nominare al suo posto il nipote Kevin, il giovane scappò e si nascose in una grotta nella “valle dei due laghi”, l’odierna Glendalough. Dopo anni di solitudine, scoperto da un pastore, la sua fama cominciò ad attirare parecchi giovani. Così nel 549 costruì un grande monastero con annessa una scuola e un intero villaggio, che diresse per oltre 60 anni. Morì il 3 giugno 618 all’età di 120 anni e fu sepolto nella chiesa del monastero, che divenne uno dei quattro luoghi principali per i pellegrinaggi in Irlanda. Oggi vi sono andato anch’io in pellegrinaggio.
Basta uscire da Dublino per trovarsi subito tra montagne brulle e silenziose, senza alcuna abitazione, dalle infinite tonalità di verde, con prati di fiori bianchi cotone, sotto il cielo che continua ad essere d’un azzurro intenso, come da anni non si vedeva. Assieme a Dermot percorriamo l’antica strada militare, completamente deserta. Per secoli, con asini e carretti, la gente veniva da lontano su queste colline a tagliare la torba. Chissà come sarà stata la regione quanto era ricoperta di foreste, tagliate per costruire le navi dell’Imparo britannico…
Nella valle due laghi la natura cambia volto, la vegetazione è ricca, incantevole, con i laghi calmi che rifrangono i colori del cielo. La valle stretta e lunga custodisce da 1500 anni il suo tesoro: le rovine dell’antico monastero, con la caratteristica torre campanari rotonda, testimonianza di un austero passato ricco di santità.
Un’idea di quella spiritualità la si può intuire leggendo i testi di un altro monaco irlandese di quel periodo, san Colombano. Mi basta leggere poche parole della sua regola e di sua preghiera:
“Ricordati non di quello che sei, ma di quello che sarai; ciò che è non dura che un istante; ciò che sarà è eterno”.
“Dégnati, amato nostro Salvatore, di mostrarti a noi che bussiamo, perché, conoscendoti, amiamo solo te, te solo desideriamo, a te solo pensiamo continuamente, e meditiamo giorno e notte le tue parole.
Dégnati di infonderci un amore così grande, quale si conviene a te che sei Dio e quale meriti che ti sia reso, perché il tuo amore pervada tutto il nostro essere interiore e ci faccia completamente tuoi.

In questo modo non saremo capaci di amare altra cosa all'infuori di te, che sei eterno, e la nostra carità non potrà essere estinta dalle molte acque di questo cielo, di questa terra e di questo mare, come sta scritto: «Le grandi acque non possono spegnere l'amore» (Ct 8, 7)”.

1 commento:

  1. GRAZIE DI PORTARCI, CONDIVIDERE,ED ARRICCHIRCI CON QUESTI VIAGGI,E CONOSCERE QUESTI SANTI, CHE RENDONO BELLESSIMA LA NOSTRA FEDE!!!
    UN'APPASSIONATA LETTRICE DI QUESTO BLOG.

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