venerdì 23 agosto 2013

Con le raccoglitrici di tè e gli incantatori di cobra

Da Bandarawela a Kandy, dal noviziato allo scolasticato, dove domani parteciperò all’ordinazione di un giovani Oblato. Un’altra giornata di viaggio nel cuore dello Sri Lanka, tra le montagne più alte, nei luoghi più belli; la vecchia guida che leggo in questi giorni lo definisce uno dei paesaggi più belli al mondo. Viene da ringraziare il Creatore: Laudato sii, o mi Signore, per tutte le sue creature.
La prima metà del viaggio mi porta a Nuwara Eliya, quella che chiamano la Svizzera dell’Est. Dopo una vita passata in Svizzera posso dire che è tutta un’altra cosa, due bellezza incomparabili. La città è a 2000 metri, sotto la più alta montagna dello Sri Lanka, Pidurutalagata, 2754 metri. Era il luogo di villeggiatura degli inglesi quando occupavano il Paese; continua ad esserlo anche adesso, con gite sul bel lago, campi da golf, escursioni con i cavalli. Qui i srilankesi possono finalmente sfoggiare un maglione, se non addirittura una giacca a vento.
Per fare una piccola passeggiata lungo il lago dobbiamo pagare il biglietto. Da queste parti non c’è l’idea della passeggiata, si cammina soltanto per muoversi da un posto all’altro, una passeggiata è quindi un bene di lusso… e bisogna pagarlo.
La strada fino a Nuwara Eliya passa tra montane che sono un autentico giardino: terrazze lavorate con cura, piantagioni intense, a piccoli fazzoletti, di verdure, coltivazione di fiori…
Da Nuwara Eliya a Kandy la discesa è molto graduale e passa tra dirupi, picchi, vallate, cascate, laghi, torrenti e fiumi... La visione più originale sono le montagne coperte di tè, una scena che non avevo mai visto. Mi fermo a guardare da vicino le donne che lavorano il gruppo alla raccolta delle foglie di tè, sotto la sorveglianza degli uomini che organizzano i lavori. Con i loro costumi tipici riportano indietro di secoli.

Accanto a quella della natura appare così un’altra bellezza, quella della natura umana. Quante persone ho incontrato oggi lungo il viaggio, soprattutto ai cigli delle strade: ragazzi con un mazzo di fiori in mano, tutto il capitale che hanno da vendere; vecchi che chiedono una foto in cambio di poche rupie; venditori di ortaggi e di frutta con le loro capannucce di frasche; l’incantatore di cobra; il ristoratore con una pentola sul fuoco… Un’umanità semplice e povera con la quale preghiamo ogni giorno: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Laudato sii, o mi Signore, per tutte le sue creature.

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