lunedì 5 agosto 2013

Sono troppo “ottimista”?

Vale la pena continuare a scrivere il mio blog? O meglio, a pubblicarlo? Perché scriverlo è un esercizio quotidiano che mi aiuta a soffermarmi un attimo e a guardare la mia giornata per cogliervi quella pagliuzza d’oro che sempre Dio vi fa cadere. Ma pubblicare?
A volte mi giungono brevi messaggi come quello che ho pubblicato ieri, di una persona sconosciuta (perché i messaggi che giungono dal server non hanno riferimenti personali): “Caro Fabio: io mi fermo diverse volte a pensare a che punto sono... (fa riferimento al blog di ieri appunto) soprattutto avendo un cancro... Se guardo a me mi spavento, per la miseria che sono, allora mi affido come un bambino nelle braccia del padre e riacquisto la serenità!!! Che ne pensi? Grazie, ci fai riflettere”. Un messaggio come questo mi invita a condividere i miei piccioli pensieri quotidiani.
Ma ci sono anche messaggi di altro tenore, come questo: “Ho sempre notato un certo stile, diciamo “ottimista”, per cui tutti gli incontri vanno benissimo, le persone sono tutte entusiaste e felici. Non c’è il minimo accenno a problemi, a difficoltà, a momenti difficili e, penso, anche molto dolorosi. Si dovrebbe avere un atteggiamento complessivamente più prudente, meno ottimista, più attento alle difficoltà e agli sbandamenti, in modo che forse risulti anche che i problemi ci sono…”. Il mio stile “ottimismo”, come leggo nella continuazione del messaggio, mette disagio.
Il negativo e il male c’è, eccome. Basta guardare ogni giorno il telegiornale, invece di leggere il mio blog o i miei articoli sulla rivista “Missioni OMI”. Penso che quello che va condiviso e che costruisce sia il negativo risolto, la luce che si sprigiona dal fuoco che consuma il male.
Mi piace andare controcorrente, e far circolare il bene e il bello (quando ci riesco).

4 commenti:

  1. Vai avanti il negativo nn edifica se nn risolto come appunto dici tu.e' una comunione che ci rende migliori.

    RispondiElimina
  2. Come sempre può avvicinarsi la tentazione di sapere se il seme darà i frutti .Non saranno visti dal seminatore ma ci saranno e tu ,caro padre Fabio ,sei un seminatore meraviglioso e tanti credo che non ti scrivano solo perchè sono impacciati ma siano nella penombra e ti ammirino .Grazie e buona semina da Pierangela di Torino

    RispondiElimina
  3. CARISSIMO FABIO
    NON SMETTERE TI PREGO!!! TU NON PUOI NEPPURE IMMAGINARE IL BENE CHE FAI.......OGNI MATTINA ATTINGO AL TUO BLOG,E SONO CONTENTA DI SCOPRIRE SEMPRE FATTI E PERSONE CHE COSTRUISCONO IL BENE E CI FANNO ANDARE AVANTI DOVE SIAMO PER FARE LA NOSTRA PARTE,SAPENDO CHE NON SIAMO SOLI, NELLA VIGNA DEL SIGNORE.....
    GRAZIE,GRAZIE GRAZIE.

    RispondiElimina
  4. Io, ricordi? ti ho conosciuto in Terra Santa. Il tuo blog dava la possibilità a figli e amici di condividere, giorno per giorno, quanto stavamo vivendo. Da allora non ho smesso di collegarmi e ho avuto, all'occorrenza, diversi input. Il commento dell'altro giorno, che hai riportato, mi era parso subito "importante". Dopo averlo letto avrei voluto ringraziare l'anonimo/a scrivente per questa condivisione, e lo faccio ora...

    RispondiElimina