giovedì 12 settembre 2013

Le vacanze sono finite: che bello!

Su l'ultimo numero di Città Nuova è stato pubblicato l'editoriale che mi era stato chiesto:

Sì, purtroppo le vacanze sono finite. Non tutti hanno avuto la possibilità di un periodo prolungato al mare, in montagna, di un viaggio all’estero, ma tutti hanno avuto modo di distanziarsi un po’ dal solito lavoro quotidiano, magari andando in piscina in città o strappando qualche giorno di gita sulle colline vicine. Personalmente ho avuto la ventura di uno straordinario inatteso viaggio nello Sri Lanka. Per lavoro, ma questo non mi ha impedito di godere di una natura d’incanto, del contatto pur veloce con siti archeologici che mi hanno riportato indietro di 2500 anni, con scene di vita di una cultura lontanissima dalla mia. Ma anche di costatare da vicino le rovine e i drammi lasciati da 30 anni di una guerra appena terminata, poco conosciuta ma non meno crudele.
Siamo tutti tornati al lavoro di ogni giorno, al ritmo spesso ripetitivo delle solite cose, forse reso ancora più monotono dal riaffiorare di quel senso di libertà, di spensieratezza e di evasione che ogni vacanza porta con sé. Per gli studenti riappare l’orizzonte ristretto della classe, dei libri, dei professori, così contrastante con quello sconfinato e un po’ euforico delle compagnie del mare. È come avessimo vissuto in qualche modo in quel “virtuale” che possiamo costruire secondo i nostri gusti e d’improvviso ci ritroviamo nel “reale” così come ci viene offerto dalla vita, spesso senza possibilità di scelta o vie di fuga.
Purtroppo. O non potrebbe essere un’opportunità? Potremmo provare a scoprire angoli inesplorati del nostro vivere quotidiano, a guardare con occhi nuovi le persone di sempre. Non starà anche qui il segreto per contribuire a risolvere i problemi che ritroviamo immancabilmente nel “mondo reale” e che continuano ad assalirci, sempre i soliti, sempre più grandi noi: politica, finanza, lavoro, sicurezza, etica sociale…,  davanti ai quali si sentiamo dei nani? Il reale potrebbe rivelarsi più affascinante e provocante del virtuale. Ognuno torna al proprio “posto di combattimento”, con grinta, con convinzione, con fiducia, per affrontare la battaglia per una società più vera, più umana. Che bello poter ricominciare!

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