giovedì 26 settembre 2013

Nella basilica dei santi Cosma e Damiano


Erano gemelli. Nati in Arabia, si dedicarono alla cura dei malati dopo aver studiato l'arte medica in Siria. Ma erano medici speciali, non si facevano pagare.  La loro cura dei malati divenne strumento efficacissimo di apostolato. Durante il regno dell'imperatore Diocleziano, forse nel 303, il governatore romano li fece decapitare.
Oggi, nella loro festa, sono stato a trovare i loro corpi sepolti nella basilica romana a loro dedicata, i santi Cosma e Damiano, costruita dal papa Felice IV nel 526, riunendo due antichissimi edifici pagani, a ridosso della Basilica di Massenzio, lungo la via Sacra.

Il mosaico dell’abside domina l’intero edificio, monumento dell’arte romana che stava passando dal paganesimo alla nuova fede, e che rifiorirà secoli più tardi con Pietro Cavallini e Giotto. Attorno al Cristo Redentore, fra nubi rosse e gialle, i nostri santi Cosma e Damiano con le coroni del martirio, presentati da Pietro a Paolo. Una scena maestosa e insieme pienamente umana.
Nel medioevo i Fori romani si riempirono gradatamente di terra e vennero sommersi fino a diventare il campo vaccino, dove pascolavano le mandrie. Metà basilica era sotterra. Così nel 1600 il pavimento fu innalzato tagliando a metà la chiesa. Il mosaico dell’abside ne ha sofferto: è stato tagliato e ha perduto la lontananza ottimale da terra che rendeva ragione delle sue proporzioni. Nella parte inferiore è rimasta quella che adesso è la grande cripta, dove, sotto il piccolo altare, riposano le spoglie dei due fratelli.

È un’oasi di pace, di silenzio, di preghiera, nella quale è bello rifugiarsi, tagliando fuori la Roma rumorosa e festosa dei turisti e del traffico. Mi pare il luogo ideale per pregare i due santi medici per i nostri ammalati.

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