domenica 10 novembre 2013

Micro episodi di buona convivenza


“Uno del condominio aveva urtato la mia auto danneggiandola. Davanti alle mie rimostranze negava e minimizzava. Gli ho tolto la parola, perché il suo modo di fare non mi sembrava corretto”.
Sono al Centro Mariapoli di Castelgandolfo. Una giornata intensa, con 1.300 persone provenienti da tutto il Lazio per raccontare cosa si sta facendo per il “Progetto Italia”, nel campo della legalità, dell’accoglienza degli stranieri, del lavoro, del dialogo con i musulmani... Quante iniziative, quante esperienze positive, quanto coraggio e creatività nell’affrontare le situazioni difficili nelle quali si dibatte questa nostra povera Italia.
Giovanni, un uomo stagionato, calmo e pacifico, con la mani grandi e callose del lavoratore, mi ha fermato per raccontarmi la sua esperienza. Ci siamo incontrati alla Mariapoli qualche mese fa e siamo diventati amici.

“Subito dopo la Mariapoli – continua parlando della sua auto e del suo vicino –, tornando a casa, vedo da lontano uno che sta cercando di trasportare un grosso scatolone, ma vedo che fa difficoltà. Vado ad aiutarlo, mi dico. Quando gli sono davanti mi accorgo che è quel vicino che mi ha danneggiato l’auto e con il quale i rapporti sono ormai freddi. Sono un po’ imbarazzato, ma mi ricordo che sono stato in Mariapoli: Hai proprio bisogno d’una mano, gli dico, e lo aiuto a trascinare il pesante scatolone su per le scale fino al suo appartamento. Arrivati lì siamo tutti e due sudati e ancora un po’ imbarazzati. Gli dico: Andiamo a prendere un caffè. Mentre prendiamo il caffè lui mi fa: Non credevo che avresti fatto un passo del genere. Ora tutto si è rappacificato. Abbiamo ritrovato un rapporto da buon amici e ci salutiamo con sincerità”.

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