sabato 28 dicembre 2013

Con lei in classe non ci pare neppure d’essere in carcere

“La prima rapina a mano armata l’ho compiuta a nove anni. In una salumeria.
Mi sono messo in fila, ordinatamente, aspettando il mio turno”.
Salvatore si ferma un attimo e mi guarda dritto negli occhi: “Ha capito bene, professoressa? Ho rispettato la fila! Sono una persona seria”.
“Quando sono arrivato al banco ho ordinato un panino. Il salumiere taglia il pane e mi chiede: Ragazzino, cosa ci metto? Con calma estraggo la pistola e gliela punto: Imbottiscilo di soldi. Ha tirato fuori alcune banconote dalla cassa e senza battere ciglio le ha messe nel pane. Così sono uscito con il mio panino imbottito di soldi.
“Salvatore, naturalmente era una pistola finta.”
“Come finta? Le ho detto che sono una persona seria. Non crederà mica che giocassi con i balocchi”.
“Vedi che ho ragione a dirti che sei una persona intelligente? Già a nove anni… Non sarebbe ora di farla funzionare bene quella bella zucca?”
Salvatore mi sorrise e si rimette seduto, contento che qualcuno riconosca finalmente le sue doti.
Una delle mille storie che Anna Maria, maestra dei carcerati, ha condiviso questa sera con noi, portandoci in un mondo terribile e fascinoso, dove svolge la sua missione. Il frutto?
“Dottoressa, quando siamo con lei in classe non ci pare neppure d’essere in carcere”.

1 commento:

  1. Mi sento felice per avere letto questa esperienza dal carcere perchè mi fa comprendere che con la forza dell'amore espresso in quelle ore di lezione si esce veramente dal carcere. Allo stesso modo si può uscire dalla prigionia in sè stessi che attanaglia anchi chi è fuori dal carcere ma è chiuso nell'egoismo . Grazie da Pierangela

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