giovedì 19 dicembre 2013

La buona coscienza di Guttuso che credeva di non credere

Crispino Valenziano, mio vecchio professore, ha pubblicato un libro su Renato Guttuso, riportando una lettera del pittore al cardinale Salvatore Pappalardo. Un piccolo gioiello che svela l’anima segreta del pittore “ufficiale” del Partito Comunista Italiano. Fra l’altro vi si legge:

L’incontro con Lei mi ha molto arricchito, e mi fa sentire abbastanza forte per dirle che lei è un Cristiano vero, un uomo moderno, un protagonista del rinnovato impegno della Chiesa per la rifondazione di una coscienza morale vivente, in un tempo di grave carenza del valori umani.
Lei sa quali siano i miei ideali e le mie speranze nei confronti di una organizzazione più giusta della società, ma sempre più mi accorgo, invecchiando, che le riforme debbono partire dall’interno delle coscienze.

Nel libro “La storia di Dio e la mia” ricordavo la sua crocifissione e quanto scriveva in proposito nel suo diario, datato ottobre 1940:

Dovrò dipingere un quadro su commissione: due metri per due. Il committente vuole una crocifissione da mettere in capo al letto. Come farà a tenere sospesa sui suoi sonni la scena di un supplizio?
 Questo è tempo di guerra: Abissinia, gas, forche, decapitazioni. Spagna, altrove. Voglio dipingere questo supplizio del Cristo come una scena di oggi. Non certo nel senso che Cristo muore ogni giorno sulla croce per i nostri peccati... ma come simbolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere, supplizio, per le loro idee... le croci (le forche) alzate dentro una stanza. I soldati e i cani, le donne scarmigliate, discinte, piangenti al lume di candela.

Il quadro fu accolto fra mille polemiche, da parte anche del clero e del fascismo, perché attraverso il soggetto sacro il pittore presentava un’equivoca presenza della Maddalena e denunziava gli orrori della guerra. Guttuso era consapevole delle reazioni che avrebbe suscitato, ma non poteva sottrarsi al fascino di quella scena.
La coscienza è il luogo segreto dove Dio può sempre entrare, rispettosamente. Basta averne una…


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