domenica 5 gennaio 2014

Epifania: Possiamo uccidere Gesù o adorarlo

Attorno a Gesù è già cominciata la lotta tra il bene e il male. Appena nato è subito segno di contraddizione. I magi lo cercano per adorarlo e offrirgli i loro doni, Erode per ucciderlo. Gesù è venuto per illuminare e le tenebre vogliono sopraffarlo, spegnere la tua luce. La poesia e la gioia del Natale sono adombrate dal dramma della passione e morte. Il Vangelo dell’Epifania è profezia della intera vita di Gesù. Sarà sempre circondato da persone buone o almeno sincere, che lo cercano con tutto il cuore, assetate di luce e di verità. Ma ad esse si affiancano persone cattive, malevoli, che lo cercano per eliminarlo.
Quanto avvenne in quell’angolo sperduto del mondo fu soltanto l’inizio di un dramma che si perpetua lungo la storia della Chiesa, fino ad oggi. Come stella, l’annuncio del Vangelo brilla tra i popoli, di secolo in secolo, e attira a Gesù uomini e donne d’ogni nazione. Ma sorgono anche nuovi Erodi sanguinari, che si sentono minacciati dalla luce e dalla verità, che contrasta la loro sete di potere e la corruzione, gli interessi personali e i privilegi. Il martirio è la cifra del cristianesimo. Martirio fatto di emarginazione e derisione, di torture e omicidi.

La divisione tra i magi ed Erode non è tuttavia così netta come potrebbe sembrare. Spesso l’avvertiamo presente dentro di noi. Vi sono momenti nei quali ci sentiamo fortemente attratti da Gesù e lo cerchiamo con sincerità, e momenti nei quali lo ripudiamo, anche se non sempre direttamente. Lo stesso Erode non intendeva uccidere Dio, ma soltanto qualcuno che gli insidiava il potere e lo ostacolava nelle sue ambizioni. Eppure uccidendo il bambino avrebbe ucciso Dio. Ogni volta che, mossi dall’invidia o dalla gelosia, dall’orgoglio o dalla passione, vogliamo eliminare il nostro avversario, compiamo un attentato contro Gesù, che si identifica con ogni uomo e donna. Siamo Erode. Ogni giorno siamo posti davanti alla scelta: ucciderlo o adorarlo. Quanto facciamo al più piccolo dei nostri fratelli lo ritiene fatto a sé.

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