sabato 25 gennaio 2014

San Paolo che lega date diverse in misterioso legame




La "via dritta" di Damasco
Nella casa di Anania dove Paolo fu battezzato
25 gennaio 1947. La guerra è terminata da un anno e mezzo. Diciottenne, Rosanna per la prima volta, accompagnata dal fratello Olando, si reca in visita a quello che sarà il mio paese natale, San Paolo. Vi si celebra la festa del santo patrono. L’occasione più adatta per incontrare la famiglia del fidanzato e  pranzare nella sua casa.
È l’inizio di una vita nuova.

Metà anni 30. Saulo di Tarso è finalmente in vista di Damasco. La città dista da Gerusalemme 200 chilometri, meno che tra Roma e Firenze, ma ha impiegato ben otto giorni di viaggio. Nonostante i dipinti del Caravaggio, si muoveva a piedi, non a cavallo, prerogativa esclusiva della cavalleria militare. Una luce lo folgora e una voce lo chiama: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”
La via regia vicino a Damasco
È l’inizio di un cammino nuovo per la Chiesa.

21 settembre 2008. A Damasco con 37 Vescovi appartenenti alla Chiesa ortodossa, siro-ortodossa, Comunione anglicana, Chiesa metodista, Chiese evangeliche luterane, Chiesa cattolica  (rito latino, rito greco melkita, siro, rito maronita). 13 Chiese, 16 nazioni, dall’Islanda all’Australia.
Il "patto" tra i vescovi
Visitiamo la casa di Anania, le mura della città, in particolare il luogo dal quale la tradizione vuole che Paolo sia stato calato nella cesta. Infine, la chiesa della memoria di Paolo, alla periferia di Damasco, dove, lungo un tratto dell’antica “via regia”, la tradizione indica il luogo della conversione dell’Apostolo. Attorno alla “memoria” i vescovi pronunciano un “patto d’unità”, con la promessa del costante amore reciproco tra di loro. Una liturgia semplice e toccante: la lettura dell’inno alla carità di Paolo in aramaico, greco, inglese, francese; la recita del credo Niceno-Costantinopolitano nell’originale greco; la formula del “patto”, l’abbraccio fraterno. Attorno il popolo che partecipa e applaude. È l’inizio di una nuova speranza, che oggi, al termine della giornata di preghiera per l’unità dei cristiani non posso non ricordare.


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