giovedì 2 gennaio 2014

Tuscania: tutto ci appartiene!


Per la prima volta lascio Tarquinia e mi inoltro nell’entroterra della Tuscia, verso Tuscania. Un paesaggio arcaico mi porta fuori del mondo, tra campagne, colline, macchie che furono l’ambiente naturale degli antichi Etruschi. Sono soltanto di passaggio, ma a sera mi arresto un attimo a contemplare Tuscania, le sue mura intatte, il castello, le chiese. Uno sguardo veloce, quanto basta per restare abbacinato e per sentir nascere il desiderio di tornarvi con calma a godere secoli di storia fatti pietra, dal VII secolo avanti Cristo degli Etruschi, ai secoli romani, medievali, rinascimentali… Mi sembra una città addormentata, fermata nel tempo. Ritrovo la stessa parola “addormentata”, nello scritto di uno storico locale, Luigi Benso Pierdomenico:
“Lungo la ombrosa strada che da Tarquinia porta a Viterbo; a dondolo di sette colli pittoreschi; a zonzo nella ridente valle del Fiume Marta dalle acque dorate sotto i raggi di un sole signore assoluto del cielo; in un'atmosfera addormentata sotto una coltre di raso azzurro, si trova Tuscania, rara perla di quella che fu la Maremma dalle macchie impenetrabili, dalle mandrie sterminate di bestiame, dai butteri selvaggi”.
Le due chiese romaniche appena fuori della cinta delle mura, Santa Maria e san Pietro, sono chiuse, perché ormai è tardi. Mi basta vederle splendere, nei colori d’arancio dei fari notturni, per domandarmi come mai abbiamo così tante bellezze nascoste nella nostra Italia. Corro il mondo e ancora non conosco casa mia. Eppure sono un toscano, erede di questo popolo antico, quindi tutto mi appartiene: quale grande eredità ci hanno lasciato i nostri antichi padri, un patrimonio da valorizzare.

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