sabato 22 febbraio 2014

Cardinalato: un disastro!

Erano le sei di sera nelle Filippine quando il papa, dalla finestra del suo studio – ore 12 di Roma – annunciava la nomina dei nuovi cardinali. L’arcivescovo di Cotobato era a cena e quindi aveva spento il cellulare. Quando lo riaccende una pioggia di messaggi, tanto che il telefonino si blocca. “Deve essere successo un disastro”, si dice preoccupato. Tra i vari messaggi vede il nome del cardinale di Manila. Allora lo chiama subito. E così apprende la sua nomina a cardinale. “Era proprio vero, ha poi commentato, era accaduto proprio un disastro! Proprio ora che ho raggiunto i 75 anni e stavo per scrivere la lettera di dimissioni da vescovo”.
Oggi la berretta. “Ti incoroneranno cardinale!”, gli avevano detto partendo dalle Filippine. “Sì, ha riposto, ma di spine”. E oggi ha ricevuto la berretta come fosse una corona di spine, che identifica con i problemi della sua gente e la grande povertà della sua isola di Mindanao.
Gli abbiamo fatto festa sabato scorso, qui in casa, che come Oblato è anche casa sua. Ci ha raccontato la storia della sua vita: un vero romanzo! Sempre vicino alla gente, con fermo proposito di attuare il Concilio, di dialogare con i musulmani, di assecondare il processo di pace, di combattere la corruzione.

Ha ricevuto la porpora nella giorno della festa della cattedra di Pietro: “Non dobbiamo dimenticare chi è un cardinale. Non è un privilegiato, ma un uomo di Dio che viene chiamato ad aiutare il Papa e gli porta la voce della sua gente. Io sarò dunque una specie di portavoce ufficioso della mia isola, affinché i problemi della gente – le spine, se vogliamo usare questa immagine – possano essere conosciuti da tutti e possibilmente risolti”.

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