lunedì 17 febbraio 2014

Leone XII: gli Oblati ringraziano


Chi non conosce Leone XIII, il grande papa della Rerum novarum e della questione sociale, aperto alla modernità, innovatore nella cultura… 25 anni di pontificato, a cavallo tra il 1800 e il 1900, hanno segnato la storia della Chiesa moderna. 
Chi conosce invece Leone XII? Nessuno. Eletto dai cardinali conservatori e intransigenti (“Avete eletto un cadavere”, disse loro, pensano alla sua salute malferma), 6  anni di pontificato, si è attirato la fama di reazionario. “Nonostante qualche intuizione perspicace – scrive il grande storico della Chiesa Jedin – lascerà il ricordo di una figura scialba e incapace di dominare gli avvenimenti”.
“Nonostante qualche intuizione perspicace”. Quali? Una di queste è indubbiamente l’aver intuito la grandezza di sant’Eugenio de Mazenod quando si presentò a lui per chiedergli di approvare la Regola degli Oblati. “Questo gruppo di missionari mi piace, disse il papa; deve essere approvato”.
Firmò il decreto di approvazione il 17 febbraio 1826. Qualche mese dopo, il 20 novembre, ne firmò uno sciagurato che sottoponeva gli ebrei, relegati nel ghetto di Roma, a inquisizione e li obbligava ad ascoltare le prediche dei sacerdoti inviati per convertirli. Ci fu un massiccio esodo di ebrei che portò anche ad un considerevole danno economico allo Stato pontificio.
Ma almeno una l’ha fatta giusta: gli Oblati!
“O Leone XII! – scrisse sant’Eugenio –… sare­ste considerato sempre da noi un benefattore e il padre della nostra Famiglia”. “Che serve ricordare l'affabilità e la delicatezza con cui S. Santità si è degnato ricevermi e una infinita benevolenza molto superiore ai miei meriti la quale non mancherà di serbare nel mio cuore sentimenti di riconoscenza e anche di confusione? Circa la finezza, l'acuta perspicacia e la saggezza profonda dimostrate dal Papa nel corso del colloquio, non ho lingua per esprimermi. Prostrato ai suoi piedi, commosso intimamente nel trovarmi alla presenza del vicario di Cristo, versavo lacrime di consolazione, raccoglievo avidamente ogni parola… In questa vicenda di enorme importanza per la Chiesa, per la Congregazione e per ciascun di noi, il Sommo Pontefice ha fatto ogni cosa di sua iniziativa e sotto dettato dello Spirito Santo che lo guida continuamente nel governo della Chiesa. Come gli son nati quella benevolenza, quella cura costante di proteggerci, quello zelo carico di sollecitudine che in nome del suo potere supremo han spazzato via gli ostacoli?”
Oggi abbiamo fatto memoria di quel 17 febbraio 1826 e di Papa Leone XII, strumento dell’amore di Dio per gli Oblati.

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