giovedì 20 febbraio 2014

Mandami tanta vita

Mi sono centellinato con gusto il romanzo di Paolo di Paolo, Mandami tanta vita. Una scrittura leggera come il paracadute della copertina, perfetta, una storia credibile e insieme fantasiosa, una esplosione di vita e insieme il tormento del vivere, un piccolo gioiello.
Ricopio una sola pagina, quella che dà il titolo al libro, nella quale si evoca la magia delle lettere (quelle di una volta, che ora non ci sono più, scritte sulla carta, con l’indirizzo e il francobollo). La lettera di Piero Gobetti alla moglie Ada:

Prende la carta, e scrive, numera la lettera, si sforza di pensare in francese. Ma petite chérie. Ho ricevuto ieri la tua lettera del 3-4. Per un istante vede la loro storia d'amore come un lunghissimo corridoio fatto di carta. Le pareti sono fatte di lettere, buste, biglietti, cartoline, lasciano filtrare una luce tenue, giallina. Pagine scritte a penna, battute a macchina (ecco, avrebbe bisogno di una macchina per scrivere, vorrebbe chiederla a Olivetti), pezzi di carta imbucati a mano, o inviati da lontano: a volte portavano il profumo di lei fino a San Bernardino di Trana, fino a Firenze o a Roma. Lettere che sono state attese, lettere arrivate tardi, lettere mai arrivate. Appena mi sveglio, tu con il pensiero mi accompagni all'ufficio postale. In certi paesi di villeggiatura non si trovano francobolli.

I timbri sopra le buste sono un linguaggio a sé, la carta viaggia, prende i treni, vola, fa le sue tappe. C'erano segni lunghi come code di stelle comete e c'erano indicazioni che dicevano FRAGILE, perché i sentimenti purtroppo lo sono; oppure PRIORITÉ, perché a volte si vuole affrettare il tempo, anche se il tempo ha già di suo molta fretta. Quando si sta tre giorni senza qualcuno, una lettera che arriva è una gioia del cuore. Adesso che l'impiegato batte forte il timbro sull'affrancatura,vorrebbe dirgli Mi scusi, devo fermarla, avrei una frase da aggiungere, è una frase che mi è tornata in mente adesso, l'ho scritta una volta sola, è passato qualche anno, ma l'ho pensata spesso, l'ho pensata sempre, era per la mia fidanzata, che adesso è mia moglie e la madre di mio figlio, se ricordo bene diceva così: Una lettera di Didì è la vita sai? Quindi mandami tanta vita. 

Nessun commento:

Posta un commento